Omicidio Willy: gli hanno spappolato cuore, fegato e polmoni: “sono bravi ragazzi”

I risultati preliminari dell’autopsia sul corpo del povero Willy rivelano particolari agghiaccianti su come è morto il 21enne. 

La mamma dei fratelli Bianchi dice: “i miei figli sono bravi ragazzi, non giudicateli solo da una foto”. No, nessuno giudica e fino a prova contraria nessuno può dire che siano stati loro ad uccidere Willy. Ma chiunque sia stato a farlo, ha massacrato un ragazzino con il corpo fragile fino a non lasciargli un solo organo interno intatto.

Lo hanno picchiato con una violenza tale che difficilmente chi lo ha fatto poteva pensare di non far male, molto male. Il povero Willy aveva il cuore spezzato in due e fegato, milza e polmoni spappolati. E’ quello che è stato riferito dopo dall’autopsia preliminare sul corpo del 21enne barbaramente ucciso tra il 5 e il 6 settembre a Colleferro, alle porte di Roma.

Difficile ormai parlare di omicidio preteritenzionale come tenteranno di fare i legali dei fratelli Bianchi, di Mario Pincarelli detenuti a Rebibbia, e di Francesco Belleggia agli arresti domiciliari. Non è possibile che chi ha sferrato calci e pugni sul ragazzo non fosse consapevole che quelle botte gli avrebbero causato gravissime lesioni. Probabilmente gli aggressori hanno usato colpi imparati dalle arti marziali – i Bianchi frequentavano una palestra – hanno infierito contro un fragile corpo, con tutta la loro forza e cattiveria.

Omicidio Willy, l’autopsia, gli hanno spaccato il cuore in due pezzi: non ha più un solo organo intatto

I traumi che i medici di Tor Vergata hanno trovato sul corpo di Willy, hanno fatto addirittura pensare che siano state usate armi, come bastoni o spranghe di ferro: troppo violenti i colpi sul 21enne. Quasi sicuramente hanno usato un tirapugni, come i Bianchi avevano già fatto in passato. La vittima ha subìto “un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive”.

La relazione dei medici di Tor Vergata appare come la conferma delle dichiarazioni che aveva rilasciato l’amico di Willy, in un primo tempo ritenuto il bersaglio principale del pestaggio. Emanuele Cenciarelli: “Ricordo che uno indossava una camicia di colore bianco e aveva in viso tatuata una lacrima sotto l’occhio, nonché diversi tatuaggi su entrambe le braccia e le mani. L’altro ragazzo invece aveva un braccio ingessato. Al momento dell’aggressione ricordo che oltre ai predetti ragazzi da me descritti si sono uniti altri tre ragazzi (…)”.
“Ricordo subito l’immagine di Willi steso a terra circondato da 4 e 5 ragazzi che lo colpivano violentemente con calci e pugni – diceva Emanuele – Il mio istinto di protezione mi spingeva a gettarmi addosso a Willy per cercare di proteggerlo dai colpi che stava ricevendo, urlando agli aggressori che io e Willy non c’entravamo niente con quanto eventualmente era accaduto prima […] Le mie richieste finivano nel vuoto tanto che io stesso venivo colpito da calci e pugni sempre dagli stessi ragazzi che avevano aggredito Willy.


Non riesco a quantificare il tempo dell’aggressione ma posso solo dire che la violenza dei colpi subiti da me e da Willy era inaudita. 

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