Lei ama un trans “Mia sorella è infetta, volevo darle una lezione” ma la uccide

Non voleva uccidere ma ha ucciso. Antonio Gaglione non sopportava più la relazione con un trans della sorella Maria Paola, il tragico epilogo di una follia.

maria paola gaglione, nei riquadri maria paola con ciro e il fratello antonio

 

Una storia di follia e vergogna, culminata con la morte di una ragazza di soli 22 anni. La sua ‘colpa’ era quella di amare. Il fratello non sopportava che quell’amore però fosse diverso: Maria Paola amava un trans e viveva con lei. Ora non c’è più, per colpa di un fratello che è arrivato a dire che quella povera ragazza era addirittura stata “infettata e plagiata dalla fidanzata”.

Una storia di ignoranza e di omofobia. Una storia raccapricciante avvenuta tra Caivano ed Acerra, in provincia di Napoli. La relazione tra Maria Paola e Ciro non era ben vista dalla famiglia di lei in un quartiere degradato e tristemente noto per spaccio, abusi su minori e altre attività illecite.

Lei ama un trans “Mia sorella è infetta” e la uccide: “non volevo, è sempre stata normale”

Antonio Gaglione provava vergogna per quella sorella che amava un trans che preferiva gli uomini alle donne. Una notte ha deciso di dare una lezione sia a Maria Paola che, soprattutto, a Ciro, la compagna con cui la sorella vive ad Acerra. Antonio ha preso il suo scooter e ha inseguito quello delle due fidanzate.

Poi ha speronato il mezzo. La sorella è stata sbalzata dalla moto ed è andata a sbattere contro un palo di ferro: il violento colpo sul collo l’ha uccisa all’istante. Antonio, non contento di vedere la sorella a terra esanime, ha raggiunto Ciro e lo ha picchiato. Poi, richiamato dalle urla dello stesso trans che lo implorava di vedere come stava la sorella, Antonio si è calmato e ha provato a soccorrere la ragazza. Ma non c’era più niente da fare.

Il ragazzo è stato subito fermato dalla polizia e ha motivato il suo gesto con altre parole agghiaccianti: «Ho fatto una stronzata. Non volevo uccidere nessuno, ma dare una lezione a mia sorella e soprattutto a quella là che ha “infettato” mia sorella che è stata sempre “normale”». Ora è in carcere per omicidio e violenza privata aggravata da omofobia.

Daniela Lourdes Falanga, donna transgender e figura importante del movimento Lgbti+ italiano, ha scritto su Facebook:
“A Caivano si sta scrivendo una delle storie più brutali di violenza di genere. Si tratta di Ciro e Maria Paola. Ciro è un uomo trans, lei è la sua ragazza. Sono in moto e vengono speronati dal fratello di lei. La ragazza muore. Ciro è in ospedale e non sta bene.
La madre di Ciro grida il suo dolore su Facebook e accusa il fratello di Maria Paola di aver commesso deliberatamente un omicidio perché non sopportava che la sorella frequentasse un uomo trans. Il fratello dirà che la sorella era stata “infettata” e che voleva liberarla.
Due punti insieme che vengono a chiarirsi e definire ciò che potremmo indicare come femminicidio e transfobia. Intanto si consuma un dramma terribile, nella peggiore negazione, e Ciro in questa violenza inaudita subisce pure la condanna dell’ignoranza dei pseudo giornalisti e l’omertà di stampa. Lui non viene descritto come Ciro, ma come la compagna della ragazza morta.
Se vogliamo capire cosa vuol significare che bisogna avere una legge contro l’omolesbobitrasfobia, questo è uno dei casi più espliciti.
Qui c’è un omicida, c’è la violenza di genere, c’è la negazione da parte di una stampa che non sa definire fatti e persone e l’Italia da cambiare”.

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