Pavia, orfano di 6 anni in lacrime sottratto all’amore dello zio | VIDEO

Il bambino piange e non vuole lasciare lo zio ma lo portano via e l’uomo va poi in escandescenze. Le immagini che spezzano il cuore.

Immagini che spezzano il cuore. Un bambino di 6 anni, orfano di padre e madre, che piange disperato e allontana i carabinieri e gli assistenti sociali che lo vogliono portare via dallo zio che lo ha cresciuto e amato.

Ma la legge è rigida quando si parla di bambini. E non importa se poi nascono i casi come Bibbiano. Se i ‘grandi esperti’ decidono che un bambino non può essere amato dai suoi parenti, glielo portano via e ci provano con un’altra famiglia.

Deplorevole. Così come è deplorevole che alcuni media abbiano scritto di questa vicenda sottolienando soltanto la rabbia dello zio che alla fine ha aggredito carabinieri e sanitari ed è stato condannato per questo.

“Ha patteggiato una condanna a nove mesi di reclusione – scrivono – Il giudice gli ha concesso l’obbligo di firma e ne ha disposto la scarcerazione […]  Il nipotino, un bimbo di 6 anni, è stato affidato ad una comunità. Nel parapiglia sono rimasti feriti un maresciallo dei carabinieri e un assistente sociale”.

Bimbo sottratto all’amore dello zio: le lacrime del piccolo

carabinieri
Carabinieri (foto Pixabay)

E’ successo mercoledì. I carabinieri della stazione di Bressana e gli assistenti sociali si sono presentati nell’abitazione di P. C. per notificare il provvedimento del tribunale dei minori di Milano che aveva revocato l’affido del bimbo.

Probabilmente i giudici volevano che il bimbo trovasse una famiglia stabile che si prendesse cura di lui e lo aiutasse nella crescita ma lo zio fino ad oggi gli aveva dato tutto questo.

I giudici hanno deciso per la vita di altre due persone, per il loro futuro. I militari e gli assistenti sociali hanno cercato di calmare lo zio in ogni modo e, alla fine, sembrava ci fossero riusciti.

Lo avevano convinto a lasciar partire il nipotino. L’hanno caricato in auto e lo hanno accompagnato al San Matteo per una visita in pediatria. Ma P. C. non si è rassegnato e li ha seguiti: come si fa ad accettare che un bambino che è ormai un figlio, ti venga rubato in questo modo? Si è presentato al pronto soccorso della pediatria.

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