Georgia Luzi racconto choc: “Quella volta un collega mi lanciò una sedia”

Georgia Luzi attrice, conduttrice e volto della Rai, dopo anni ha fatto un racconto choc di un episodio in cui si è trovata coinvolta e che ancora adesso fa male.

Georgia Luzi
foto facebook

E’ successo solo qualche giorno fa, l’attrice bionda e conduttrice della Rai ha raccontato un episodio del passato in cui si è trovata coinvolta e che fino ad ora aveva mantenuto nascosto.

Lo sfogo è arrivato tramite social, in particolare instagram, dove la donna è intervenuta dopo la querelle che ha coinvolto Lorella Cuccarini e Alberto Matano.

Georgia Luzi attacca Pierluigi Diaco: “Mi sono ribellata e ho pagato”

Georgia Luzi
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Georgia Luzi proprio nelle scorse ore ha raccontato un episodio del suo passato lavorativo che ha lasciato tutti davvero senza parole, anche se il riferimento non è mai chiaro, sembra che il tutto sia riferito a Pierluigi Diaco, i due hanno lavorato insieme alla guida di un programma di Rai Uno.

“Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente...Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere” ammette la conduttrice con un post social.

Ma la parte più grave arriva dopo, quando sempre all’interno del post scrive: “E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima“. Ovviamente non sappiamo se il tutto sia riferito al giornalista oggi alla guida di Io e Te, ma sul web sembrano non esserci dubbi.

Ad ogni modo, parole forti quelle della conduttrice che ha deciso di dire la sua dopo le dichiarazioni di Lorella Cuccarini contro Alberto Matano e specialmente dopo le parole dello stesso Diaco in difesa del suo collega. Staremo a vedere se il giornalista deciderà di replicare, magari in diretta.

 

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C’è chi sceglie il silenzio. E chi decide di esporsi. E ad entrambi va il mio rispetto. Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il “caro collega” aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI. P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

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