Imen Jane, i social non perdonano: pesanti insulti sulla finta laurea

Da diversi giorni, Imen Jane è sotto accusa per aver mentito sulla sua laurea. Alla notizia i suoi follower e non si sono scagliati contro di lei.

Imen Jane (fonte Instagram @imenjane)
Imen Jane (fonte Instagram @imenjane)

Non devono essere giorni facili per l’influencer. La ragazza, dopo alcune indiscrezioni tirate fuori da Dagospia, non poteva che ammettere la verità sul suo titolo di studio: non è laureata.

Lo scandalo è scoppiato quando Imen, durante una conferenza, non ha risposto all’interlocutore che le chiedeva che laurea avesse, dopo che questa si era definita “economista”.

La mancata risposta, ovviamente, ha incuriosito i giornalisti e dopo qualche ricerca e una chiamata all’Università Bicocca di Milano, la verità è saltata fuori.

L’influencer successivamente ha cercato di correre ai ripari con alcune stories su Instagram in cui si scusava delle sue azioni: ammettendo di non essere laureata e paragonandosi a personaggi come Steve Jobs e Mark Zuckerberg.

Lo sfogo non è proprio piaciuto a tutti e ha attirato su di sé maggiori critiche da parte dei suoi follower e non.

Imen Jane e la finta laurea: i follower continuano ad insultarla sui social

Imen Jane (fonte Instagram @imenjane)
Imen Jane (fonte Instagram @imenjane)

La notizia per tutti i suoi fan è stata davvero dura da buttare giù. In molti si sono sentiti presi in giro dalla ragazza, non perché non sia competente sui temi trattati, ma in quanto ha mentito su una cosa così importante.

Dai commenti che si leggono sul suo profilo Instagram e Twitter, dai quali per il momento è sparita, diversi utenti le chiedono il perché di questa bugia. Dal momento che se avesse ammesso fin da principio la realtà dei fatti, nessuno le si sarebbe scagliato contro.

Al di la della delusione che ha toccato molti, c’è un’altra fetta di utenti che ha deciso di muovere insulti davvero pesanti nei suoi confronti.

Ogni giorno sotto i suoi ultimi post social, i commenti aumentano esponenzialmente ed è davvero difficile trovare delle belle parole.

Ad esempio si legge: “Grazie alle mie due lauree… ah no”, “graduated from life’s university”, “Per me già definirsi economista con una laurea triennale denota una certa megalomania…”, “Mi dispiace commentare un post su un tema importante, ma si dà il caso sia l’ultimo pubblicato. In ogni caso: sei una cialtrona senza laurea e hai cancellato dalla bio “economista”, “Non sei neanche laureata …hahahhaahahahaaahaha povera sfigata…”

Insomma gli utenti ci sono andati giù pesantemente tra chi è mosso da delusione e chi invece non vede l’ora di insultare.

Per il momento Jane, dopo quelle stories in cui ha cercato di giustificare la sua posizione, è sparita dai suoi canali e a quanto pare ha lasciato tutti i suoi incarichi a Will, il sito di informazione che ha fondato qualche tempo fa insieme ad alcuni colleghi

 

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Quando io e Ale abbiamo fondato @Will_ita, abbiamo cercato fino allo sfinimento una frase che rappresentasse al meglio quello che stavamo per andare a fare. Abbiamo scelto alla fine «prendi parte al futuro». Perchè se ci fate caso, il futuro lo facciamo noi, ogni giorno. Butti la sigaretta/cicca per terra o cerchi un cestino? Passi con il rosso o aspetti dieci secondi? Marginalizzi qualcuno o lo includi? Tutti noi contribuiamo nel bene o nel male a definire il mondo di domani. Ma qual è il mondo che vogliamo? Ci siamo spesso chiusi dentro alla nostra bolla quotidiana, dimenticandoci di tutto il resto: ogni giorno il mondo è un continuo teatro di guerra, scontri e oppressioni. Ma tutto questo inizia a toccarci solo in due casi: quando siamo direttamente coinvolti, oppure quando la valanga mediatica è tale per cui siamo costretti a guardare in quella direzione. I grandi opinion leader, le persone cioè che hanno grandi responsabilità verso grandi community hanno un tema di dovere morale enorme verso i loro interlocutori (vip, giornalisti, politici, influencer, religiosi). Sarebbe però un’illusione credere che ognuno di noi possa farsi carico di tutti i mali del mondo. Non basterebbe una vita intera per farlo. Possiamo invece informarci, parlare e non voltare le spalle ai temi che consideriamo lontani. Provate ad aprire un giornale internazionale: i sensi di colpa vi travolgeranno in un attimo. Dal Venezuela all’Egitto, da Israele alla Cina, dalla Russia al Sudafrica. Perfino nella nostra amata Europa si verificano continui episodi di discriminazione. Ce li siamo dimenticati i cori negli stadi? O i brutti sguardi del passante di turno che guarda male uno straniero? E’ nella natura umana essere inclini a passioni e interessi diversi che ci inducono così a portare avanti particolari battaglie a cui siamo affezionati: c’è chi è molto attivo contro omofobia, chi per la libertà di espressione, chi per climate change, chi per diritti degli animali, chi per discriminazioni di genere, chi per quelle religiose. Ma quello che possiamo e dobbiamo fare è cercare di prendere parte attiva del cambiamento ed evitare il male peggiore di tutti: l’indifferenza. 💘

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