Bersani: “Col centrodestra al governo non sarebbero bastati i cimiteri”

Le parole di Bersani in diretta tv contro il centrodestra. L’ira della Meloni e Salvini: “Vergogna, questo è l’odio ideologico della sinistra”

Si era scordato di bacchettare gli amici Zingaretti quando in piena epidemia si faceva ritrarre agli aperitivi, o Beppe Sala e i suoi “Milano non si ferma”, o ancora Giorgio Gori e il ristorante a marzo.

Ma quando si tratta di scagliarsi contro il centrodestra, non fa sconti. Ospite di Bianca Berlinguer, inizia ad attaccare: “il messaggio che il centrodestra sta dando da fuori e da dentro il Parlamento è una coltellata al Paese”.

Poi l’affondo: “E questa gente qua, (il centrodestra ndr) lo lasci dire a uno di Piacenza, viene il dubbio che se avessero governato loro non sarebbero bastati i cimiteri”.

Il ‘ragionamento’ di Bersani parte dalla manifestazione dello scorso sabato contro il governo giallorosso. Il centrodestra, che si è presentato compatto in piazza a Roma, è stato accusato di non aver rispettato le regole del distanziamento sociale.

La rabbia di Giorgia Meloni

Le frasi di Bersani, chissà perchè, sono passate inosservate dalla maggior parte della stampa. Fino a quando le ha scovate la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “l’odio ideologico della sinistra non si ferma nemmeno di fronte ai morti”.

Le parole di Bersani sono state uno schiaffo alla tanto decantata ‘unità nazionale’ che auspica il presidente Mattarella, e una grave dimenticanza rispetto a quanto successo due mesi fa, poco dopo il primo contagio di Codogno.

La carovana di camion dell’esercito che portano via le salme da Bergamo, perché i forni crematori non riescono a stargli dietro, le 150 candele accese nella chiesa di San Lorenzo per ricordare le anime di Manerbio, l’ultimo saluto di padre Mario alle 45 bare allineate nella sua chiesetta di Seriate.

Eppure, quando il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, cercava di far capire al Paese la criticità della situazione pandemica, i colleghi di maggioranza di Bersani lo schernivano per aver indossato la mascherina in diretta tivù.

Per Matteo Orfini era un “gesto inutile e dannoso per il messaggio che diffonde”. I primi a minimizzare all’indomani dei primi contagi e dei primi morti sono sia gli scienziati che i politici.

A Milano, per fare un esempio, il sindaco Beppe Sala lanciò sui social l’inziativa “Milano non si ferma”, e che dire del segretario Pd, Nicola Zingaretti, che posta fotografie sui social mentre brinda alla movida meneghina. “Ho raccolto l’appello di Sala – scriveva su Twitter – non perdiamo le nostre abitudini, non possiamo fermare Milano e l’Italia”. E si ammalò di coronavirus.

Non sapremo mai quanti morti avrebbe pianto l’Italia in caso di governo di centrodestra. Ma sappiamo di certo che nessuno è esente da errori, sappiamo cos’è successo con la mancata zona rossa in Val Seriana, con i ritardi nell’acquisto delle mascherine, con il caos dei respiratori o con quelle dirette tivù del premier che provocarono una fuga in massa dalla Lombardia.

Dati oggettivi, senza se e senza ma.

Salvini: “dichiarazioni disgustose”

Salvini matteo chi è

“Dichiarazioni disgustose. A me sembra una dichiarazione di un cretino… – attacca Salvini – Ci sono 30mila morti e si scherza su questo. Davvero c’è qualcuno che non sta bene. Quando si fa polemica sui cimiteri, vuol dire che non stai bene”.

Duro anche Calderoli, che invita Bersani a “chidere scusa”. Ma il deputato di Leu non fa marcia indietro: “Chiaro che ho usato un’iperbole. Ma un ex ministro dell’interno che ridicolizza mascherine e distanziamento dopo che a pochi giorni dalla prima zona rossa chiedeva di aprire tutto si espone a un giudizio che, ripeto, per iperbole, confermo assolutamente”.

LEGGI ANCHE -> Coronavirus, i dati del 4 giugno: che succede a Roma?

LEGGI ANCHE -> Reddito di cittadinanza: altri 18 mesi di accrediti, come fare

Impostazioni privacy