Renzi salva Bonafede e se stesso, Meloni: “a te più poltrone che voti”

Respinta la sfiducia al ministro Bonafede, decisiva Italia viva. La Meloni accusa Renzi ma il governo per ora è salvo.

La politica è come il gioco degli scacchi: conta la tecnica ma a vincere è soprattutto la strategia. E non importa se alcuni episodi potrebbero essere oggettivamente difficili da difendere, ciò che conta è non perdere la partita.

Renzi salva il governo, se stesso e Bonafede.

Il Senato ha bocciato le due mozioni di sfiducia contro Bonafede

L’Aula del Senato ha respinto, con 160 no, 131 sì’ e un astenuto, la mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, presentata dal centrodestra e con 158 no, 124 sì e 19 astenuti, la mozione di sfiducia presentata da Emma Bonino e altri.​

Italia viva: abbiamo salvato il governo

Italia Viva decisiva nelle votazioni al Senato: se i voti dei 17 senatori renziani si fossero sommati a quelli delle opposizioni, sarebbero stati 148. senza quelli, invece, i voti favorevoli non sarebbero stati 160, ma 143. «Abbiamo tenuto in piedi il governo», sottolineano fonti del partito.

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Giorgia Meloni lo aveva già capito, e nel suo intervento al Senato aveva sbeffeggiato Matteo Renzi: «Renzi ha annunciato che difenderà il ministro Bonafede votando contro la nostra mozione di sfiducia. Che sorpresa. Renzi se continui così tra un po’ avrai più poltrone che voti» scrive la leader di Fratelli d’Italia su Facebook.

Carlo Calenda (Azione) twitta: «La montagna ha partorito una presidenza di commissione».

Renzi a Bonafede: non faccia il ministro giustizialista

Renzi, parlando al Senato di Nino Di Matteo, ha espresso un saluto affettuoso al presidente Napolitano (per la nota vicenda della presunta trattativa Stato Mafia). Poi si è rivolto a Bonafede: «Certe sue espressioni sul giustizialismo ci hanno fatto male. Lei diceva: se c’è un sospetto anche chi è pulito si dimetta. No signor ministro, bisogna rifiutarla la cultura del sospetto.

Ricordiamoci quello che diceva Falcone». Renzi dice di non poter credere che Bonafede ha stretto «un qualche accordo» con la mafia. E aggiunge: «C’è stata troppa superficialità sul Dap. Lei faccia il ministro della giustizia e non dei giustizialisti e vedrà che ci avrà al suo fianco».

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Quello di Renzi è stato l’intervento più atteso perchè chiunque masticasse un minimo di politica, aveva già capito che il numero uno di Italia viva sarebbe stato l’ago della bilancia rispetto alla proposta di sfiducia al Guardasigilli. E così è stato: un partito che vede con il binocolo il 5% dei consensi degli italiani, riesce ad essere così determinante.

«Se votassimo secondo il metodo che ha usato nei confronti dei membri dei nostri governo, oggi dovrebbe andare a casa. Angelino Alfano, Federica Guidi, Maria Elena Boschi, Maurizio Lupi, Maria Elena Boschi, Claudio De Vincenti. Ma noi non siamo come voi. Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centro destra e alla Bonino di aver posto temi veri. Le vostre mozioni non erano strumentali. Non le voteremo per motivi politici, perché Conte ha detto che si sarebbe dimesso».

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