Fase 2: ora un caffè può costarci anche 2 euro, allarme prezzi

In tutta Italia – ma non da parte di tutti – il Codacons registra preoccupanti aumenti dei prezzi dal parrucchiere ai bar.

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Ricominciare a lavorare dopo il forzato lockdown vuol dire per i commercianti rivedere la luce. Ma se questo significa alzare i prezzi dei caffè o del taglio dei capelli, fino ad arrivare ai generi alimentari, allora c’è da preoccuparsi. Perchè non solo gli imprenditori hanno pagato a duro prezzo le chiusure forzate, anche i lavoratori rimasti a casa sono stati messi in ginocchio. Si rischia un’ingiusta guerra tra poveri.

1 Caffè anche a 2 euro

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Piuttosto che pagare un caffè 2 euro, per principio, verrebbe più spontaneo dare una mano ai commercianti con gesti generosi, come quello di un cliente veneto che ha voluto pagare 50 euro un caffè perchè per 50 giorni il bar era rimasto chuso.

La realtà è che un aumento dei prezzi si registra lungo tutto la nostra penisola e le preoccupazioni maggiori riguardano il settore alimentare. Probabilmente lo scopo di quanti hanno effettuato un ritocco verso l’alto di alcuni costi, è quello di tamponare le grosse perdite che dal punto di vista economico si sono registrate per le proprie attività a causa del lockdown.

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Ovviamente tutto questo non poteva passare inosservato a quanti hanno ripreso le proprie abitudini, trovandosi a fronteggiare prezzi più alti.

Un esempio su tutti ciò che si registra a Milano: caffè e cappuccino hanno visto un incremento medio di 10 centesimi (da 0,90 centesimi ad 1 euro nel primo caso, da 1,30 ad 1,40 euro nel secondo), anche se sono stati denunciati da alcuni clienti prezzi che possono raggiungere addirittura i 2 euro a tazzina, specie nelle zone centrali della città. Con le ulteriori aperture della Fase 2, sono stati segnalati  aumenti anche nei saloni dei parrucchieri.

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha raccontato le sue preoccupazioni su “Il Corriere” : “Speriamo si tratti di situazioni isolate e che gli esercenti di Milano non decidano in massa di ritoccare i listini per rifarsi dei minori guadagni e dei costi di sanificazioni dei locali” , auspica il presidente.

A Vicenza tutti i commercianti d’accordo: caffè a 1,30

(Photo by Sean Gallup/Getty Images)

A Vicenza i titolari di una cinquantina di bar si sono messi d’ accordo per stabilire il costo di una tazzina di caffè a 1,30 euro: il cappuccino, invece, è salito ad 1,80 Firenze e Roma seguono a ruota: il costo di un caffè, senza servizio al tavolo, è di 1,70 euro nel capoluogo toscano e di 1,50 nella Capitale.

A Roma come a Milano, si registrano incrementi anche tra i parrucchieri. Ma il dato che allarma di più i consumatori sono i rincari nel settore alimentare: + 2,8% nello scorso mese di aprile l’incremento medio nelle città italiane. Le statistiche peggiori arrivano da Caltanissetta (+5,7%), poi arrivano Trieste (+5,3%) e Palermo (+ 4,8%).

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Siena risulta invece la città con gli aumenti meno sensibili, forte del suo + 0,6%. La denuncia della Codacons, che prevede rincari anche nei settori di abbigliamento , ristorazione e settore turistico, è che sulle spalle delle famiglie si possano registrare degli esborsi extra di circa 536 euro a nucleo.Eventuali rincari allontaneranno gli italiani dai negozi e determineranno una contrazione dei consumi rispetto al periodo pre-Covid, con danni ingenti per tutti” , avverte ancora il presidente della Codacons.

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