Lettera di un figlio al padre operatore sanitario “sei un supereroe”

Non è stata una festa del papà come tutte le altre. Ancor meno per quei bambini che vedono i loro padri impegnati nella guerra contro il Coronavirus

coronavirus lettera
La lettera di un bambino al padre (Foto Facebook)

Medici, infermieri, operatori sanitari e tutti coloro che per lavoro devono restare operativi, tutti loro sono in “trincea”. E tra loro ci sono tanti genitori che lavorano negli ospedali e cercano con tutte le forze di sconfiggere la guerra contro l’emergenza da coronavirus.

Ieri molti di questi bambini non hanno avuto il loro papà accanto da festeggiare e per questo hanno trovato uno modo per essere vicini. Scrivere una lettera da sempre fa sentire le persone più unite, ancor più oggi che carta e penna sembrano oggetti in disuso. E invece ecco che la lettera torna ad essere protagonista.

Così, il figlio di un operatore sanitario ha voluto fare un regalo speciale al suo papà e gli ha scritto una lettera: “Il mio papà lavora al pronto soccorso e ora che è arrivato il coronavirus si è trasformato in un supereroe. Si è vestito con un tutone e una maschera e sta combattendo questo mostro. Forza papà, tu e i tuoi colleghi ce la farete a distruggerlo”, ha scritto il piccolo.

Il messaggio, intitolato “Il mio papà” è stato postata sul gruppo Facebook “Coronavirus Italia. Solidarietà e notizie” con il commento “Auguri a tutti i papà, specialmente ai supereroi in corsia”.

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Gli operatori sanitari costantemente a rischio

operatore sanitario
Medici, operatori sanitari, infermieri al lavoro (foto Pixabay)

Tra i lavori più a rischio in questo momento ci sono proprio loro. Gli operatori sanitari entrano in contatto con i pazienti più spesso di quanto non faccia la popolazione generale. Come si legge sul sito Ministero della Salute, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda che gli operatori sanitari applichino adeguate misure di prevenzione e controllo delle infezioni in generale e delle infezioni respiratorie, in particolare.

La vita degli operatori sanitari, impegnati in prima linea, è ancora più difficile per il fatto che quando tornano a casa non possono nemmeno abbracciare i loro cari per trovare e dare conforto.

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Tutte le altre persone hanno un solo compito da svolgere ed è stato chiesto e ripetuto più volte da tutti: bisogna stare a casa. Poichè non sembra così facile da attuare i provvedimenti dei prossimi giorni saranno ancora più restringenti.

Impiego dell’esercito, chiusura degli studi professionali e degli uffici pubblici, fermo dei cantieri, ulteriore limitazione delle attività commerciali: sono le ultimissime richieste del governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. A breve sapremo se sono state accolte.

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