Covid-19, lo sfogo di Massimo Giletti e il toccante ricordo del padre

Massimo Giletti, il conduttore di “Non è l’Arena”, ha rivolto un pensiero a tutte le persone anziane che stanno morendo sole e senza i loro cari.

Massimo Giletti a Non è l'Arena
Massimo Giletti a “Non è l’Arena” (foto Instagram)

Ieri sera, prima dell’inizio del programma, Massimo Giletti in uno studio silenzioso e privo di pubblico ha aperto la trasmissione con un breve monologo.

Ed è proprio la tranquillità dello studio che anima il messaggio del conduttore: “Lavorare nel nulla non è facile. Questo vuoto, questo silenzio, questo nulla che ci circonda, mi ha fatto venire in mente una riflessione particolare”.

Il conduttore continua lo sfogo, concentrandosi su uno degli aspetti più atroci dell’emergenza Coronavirus a cui ha dedicato l’intera puntata.

Nel lungo discorso il giornalista ha espresso la sua vicinanza a tutte quelle vittime di Covid-19 che non hanno avuto la possibilità di salutare per l’ultima volta i propri cari.

Tanto che inevitabilmente il pensiero di Giletti è finito anche sul padre che a gennaio se ne è andato, ma fortunatamente circandato dai suoi affetti.

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Le commoventi parole di Massimo Giletti durante il programma “Non è l’Arena”

Massimo Giletti a "Non è 'Arena"
Massimo Giletti a “Non è l’Arena” (foto Instagram)

“Io ho perso mio padre il 3 gennaio e probabilmente se non lo avessi perso non direi queste cose. Ho avuto la fortuna di potergli stare vicino fino all’ultimo, era in terapia intensiva dove magari adesso ci sono persone in condizioni disperate, ho avuto la fortuna di abbracciarlo, baciarlo, ho potuto fargli capire che ero lì e in questo momento penso a chi questo privilegio, che fino all’altro giorno appariva normale, non ce l’ha”.

Così continua la riflesione del conduttore di La7 che in mezzo a così tanto dolore ha deciso di mostrare la propria vicinanza a tutte quelle famiglie distrutte da un virus sconosciuto.

Il padre del giornalista, Emilio Giletti, è scomparso all’età di 90 anni ed è stato un imprenditore molto conosciuto nella zona del biellese.

Una sofferenza quella per Giletti e la sua famiglia acuita dal momento difficile che stiamo vivendo. Un ricordo straziante che induce il presentatore a rivolgersi a tutte quelle persone sconvolte che non hanno avuto la stessa fortuna.

“Penso a storie di persone che dopo decenni di matrimonio insieme se ne sono andate insieme uno a poche ore di distanza dall’altra. Quando sento la protezione civile dare il numero di decessi, ricordo che di là ci sono sempre persone”.

Parole che si discostano da quella spersonalizzazione iniziale che parte della stampa inizialmente aveva rivolto nei confronti delle prime vittime. Definite semplicemente come “paziente 1/2”.

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Infine il monologo di Giletti si conclude scagliandosi contro le parole del premier britannico Johnson. Accusato in questi giorni di non fare abbastanza per salvagurdare i propri cittadini dal Coronavirus.

“Boris Johnson pensa che siano vecchi, ma io continuo a pensare siano persone. Parlo di persone che hanno costruito questo Paese, che grazie alla loro pensione hanno spesso contribuito a tenerlo in piedi, aiutando i propri nipoti. Quello che voglio dire è che se forse in questi anni si fosse investito di più in sanità, avremmo potuto salvare molte di queste persone”.

Dunque una considerazione quella di Giletti utile e sprattutto fonte di riflessione, volta al rispetto dei singoli e delle famiglie che oggi stanno soffrendo.

 

 

 

 

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