Legg di Bilancio 2020: stangata sulle auto aziendali

Sciolti gli ultimi nodi, la Legge di Bilancio 2020 è pronta per essere inoltrata al Parlamento: trovata la mediazione su Radio Radicale e stangata sulle auto aziendali

(intermediachannel.it)

Fumata bianca dal vertice di maggioranza per sciogliere gli ultimi nodi della Legge di Bilancio 2020. Come ha annunciato il viceministro dell’Economia Misiani, la manovra è pronta per essere inviata al Parlamento. L’interlocuzione nella maggioranza si era arenata sul finanziamento, 8 milioni per tre anni, a Radio Radicale, con conseguente alt di Di Maio che aveva chiesto di stornarli ai terremotati. Alla fine un punto d’incontro è stato trovato nel seguente schema: il finanziamento di 8 milioni resta in vigore fino ad aprile 2020, dopodiché si procederà ad una gara pubblica per l’assegnazione del servizio. L’altra novità, ben più impattante sui cittadini, è la stangata al settore delle auto aziendali: 513 milioni per 2 milioni di lavoratori, un vero salasso per il settore. La Legge di Bilancio 2020, infatti, triplica la tassazione a carico dei lavoratori che hanno nella loro disponibilità un’autovettura aziendale: finora il regime attuale prevede che l’utilizzo di un’auto aziendale concorra a formare l’imponibile del lavoratore nella misura del 30% del costo del noleggio ma con la nuova normativa introdotta dalla Legge di Bilancio l’aliquota salirà al 100%.

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Legge di Bilancio 2020: gli altri provvedimenti

Per il resto, è stato sostanzialmente confermato l’impianto della Manovra così come licenziata dal Consiglio dei Ministri: confermata la tassa sulle cartine e sui filtri per le sigarette così come i fondi per le famiglie, il taglio del cuneo fiscale e lo stop alla flat tax per le partite Iva con reddito superiore ai 30 mila euro. Previsto anche il taglio delle detrazioni fiscali, comprese quelle per le spese sanitarie, al 19% per i redditi più alti. Misure su cui l’opposizione darà sicuramente battaglia, ecco perché il leader politico del M5S, nonché Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio ha chiesto, temendo franchi tiratori tra i “malpancisti” grillini, ai propri parlamentari lealtà al governo.

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