Eto’o dice addio al calcio: è stato l’uomo del “triplete”

L’attaccante camerunese Samuel Eto’o smette a 38 anni dopo aver vinto praticamente tutto. Nell’ultima stagione aveva giocato al Qatar Sports Club

Eto’o lascia il calcio giocato (Instagram)

Il 2019 è stato un anno di congedi importanti dal calcio giocato. Dopo Diego Forlan e Fernando Torres, Barzagli e Xavi ha appeso le scarpette al chiodo un altro grande interprete degli ultimi vent’anni, ovvero Samuel Eto’o.

Il centravanti camerunense ha abbinato quantità e qualità e ha lasciato il segno praticamente in ogni club in cui ha militato. La sua carriera è stata costellata da grandi successi e ha messo le mani su tutti i trofei più prestigiosi.

Ha iniziato nel 1997 in Spagna con il Leganes, per poi transitare al Real Madrid e all’Espanyol, ma è al Mallorca che esplode definitivamente.

Le sue prestazioni con il club isolano non passano inosservato e nel 2004 viene acquistato dal Barcellona con cui ha realizzato 129 reti in 199 presenze. I goal nelle finali di Champions League contro Arsenal (2006) e Manchester United (2009) sono state le perle più importanti del suo percorso in blaugrana, prima del passaggio all’Inter dove in due stagioni ha lasciato un segno indelebile e ancora oggi è ricordato e osannato dai tifosi nerazzurri.

Da lì in poi il lento declino, iniziato con l’avventura all’Anzi, club russo che lo ha ricoperto di milioni, ma che lo ridimensionato e non poco. Le parentesi con Everton, Chelsea e Sampdoria non sono di certo da ricordare, mentre in Turchia con Antalyaspor e Konyaspor, non è poi andata così male.

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Eto’o, “triplete” sia con l’Inter che con il Barcellona

Tra i suoi record in carriera, c’è quello di aver centrato il triplete con due squadre diverse nel giro di appena due stagioni: prima con i catalani nel 2009 e poi in Italia con la casacca nerazzurra nel 2010.

In entrambi i casi è stato uno dei principali artefici e per questo oggi i sostenitori di queste due squadre accoglieranno la notizia del suo addio al calcio con un velo di malinconia, pensando alle gesta di uno dei giocatori più forti del nuovo millennio.

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