Tav, la Marcia in Val di Susa dei “No Tav”: tafferugli e lacrimogeni

Sotto un acquazzone è partita la Marcia dei “No Tav”: 15.000 i partecipanti, secondo gli organizzatori, 500 gli agenti mobilitati

Lo striscione “La Valle che resiste-No Tav” ha aperto la Marcia dei “No Tav” che stanno marciando da Venaus verso il cantiere dell’Alta Velocità. I manifestanti hanno scandito lungo il percorso gli slogan “I popoli in rivolta scandiscono la storia, No Tav fino alla vittoria” e “Giù le mani dalla Val di Susa”. Quindicimila i partecipanti, secondo le stime degli organizzatori, nonostante il tempo inclemente: infatti sul corteo si è abbattuto un violento acquazzone che ha reso un acquitrino il percorso programmato oltre a provocare il distacco di una frana nei pressi del campeggio del Festival Alta Felicità. Imponente il dispositivo di sicurezza, 500, infatti, gli agenti mobilitati. Si segnalano i primi incidenti causati da un gruppo di manifestanti che hanno lanciato sassi contro gli agenti i quali hanno risposto con i lacrimogeni. Tafferugli scoppiati, dopo che per tre ore la manifestazione si era svolta pacificamente, nonostante il leader del movimento “No Tav” Perino avesse ammonito i partecipanti: “Chi tira un sasso fa un favore a Salvini“.

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Tav, la Marcia in Val di Susa dei “No Tav”. L’Italia conferma gli impegni per la Torino-Lione

Intanto con la lettera inviata dal Ministero dei Trasporti, nella tarda serata di ieri, all‘Inea, Agenzia della Commissione Europea, in risposta all’istanza di chiarimenti in merito all’opera infrastrutturale, il governo italiano ha confermato la propria volontà di tenere fede agli impegni nella realizzazione della Torino-Lione. Nella missiva si richiama il passaggio chiave dell’intervento con cui il Premier Conte quattro giorni fa ha preannunciato il sì alla Tav: “Non realizzarla costerebbe più che farla. La decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia”. Inoltre si ricordano l’aumento del contributo europeo dal 40% al 55%, fondi che, tra l’altro, non possono essere distratti verso altre opere, e l’esigenza di tutelare, pertanto, l’interesse nazionale. Tuttavia, la lettera non reca in calce la firma del Ministro competente, il pentastellato Toninelli, che in più di un’occasione ha manifestato la propria contrarietà ad un’opera, la Tav, che giudica dannosa ed inutile.

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