Salone del libro, le parole di Maurizio Landini su Casapound

Salone del libro, le parole di Maurizio Landini su Casapound
Maurizio Landini (GettyImages)

Arrivano le parole del segretario nazionale Cgil Maurizio Landini su Casapound in merito all’esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone del libro

A margine di un evento tenutosi a Palermo, il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini parla di Casapound a proposito dell’esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone interazione del libro di Torino.

Il fondatore della casa editrice Francesco Polacchi è stato accusato di apologia del fascismo.

“Credo sia stato un atto molto importante quello che hanno fatto sia il sindaco di Torino sia il presidente della Regione – ha spiegato Landini – perché nel nostro Paese, invece, di chiudere i porti, bisognerebbe chiudere Casapound e tutte le associazioni che si richiamano al fascismo, perché l’Italia è una Repubblica democratica antifascista”.

Poi ha continuato: “Oggi Casapound e una serie di associazioni stanno rialzando la testa, è vero che sono un’assoluta minoranza, ma lo Stato non può permetterlo. L’apologia del fascismo è un reato, il fascismo è stato un crimine e va combattuto  – conclude il sindacalista – ed è compito dello Stato”

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Maurizio Landini parla di Altaforte e Casapound: le ragioni dell’esclusione dal Salone di Torino

Il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini ha dunque parlato di Casapound e dell‘esclusione della casa editrice Altaforte dal Salone di Torino.

La Regione Piemonte e la Città di Torino avevano deciso di presentare un esposto alla Procura contro Francesco Polacchi, rappresentante della casa editrici Altaforte, al centro delle polemiche per la sua partecipazione al Salone del libro. In una nota si leggeva: “alla luce delle sue dichiarazioni sul fascismo rilasciate a mezzo stampa e attraverso emittenti radiofoniche (“io sono fascista”, “l’antifascismo è il vero male di questo Paese”) ritengono Polacchi e la sua attività professionale nel campo dell’editoria estranee allo spirito del Salone del libro e, inoltre, intravvedono nelle sue dichiarazioni pubbliche una possibile violazione delle leggi dello Stato”.

Dopo la decisione di Regione Piemonte e Comune di Torino, gli organizzatori del Salone del libro di Torino hanno deciso di revocare l’ammissione al Salone e agli spazi alla casa editrice considerata vicina a CasaPound AltaForte, che ha pubblicato il libro del leader della Lega Matteo Salvini. “Noi siamo organizzatori del Salone – spiega Silvio Viale, presidente dell’associazione “Torino Città del Libro” – c’è stato un atto politico di Comune di Torino e di Regione Piemonte e noi ci siamo limitati ad eseguire la richiesta”

 

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