Giulio Regeni, testimone: ” Lo credevamo una spia inglese “

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Manifestazione per Giulio Regeni (Getty Images)

Importanti rivelazioni di un supertestimone sulla vicenda del sequestro e della morte del giovane ricercatore Giulio Regeni: ” Lo credevamo una spia inglese “

Giulio Regeni fu ucciso dai servizi di sicurezza egiziani perché ritenuto una spia inglese. A dirlo, questa volta, non sono gli inquirenti italiani che indagano sul rapimento e la morte del giovane ricercatore italiano ma un supertestimone che, secondo quanto scrivono Corriere della Sera e Repubblica, ascoltò una conversazione di uno degli agenti della National Security de Il Cairo con un proprio collega straniero mentre gli rivelava di aver partecipato al prelevamento del giovane ricercatore friulano: ” Credevamo che fosse una spia inglese e l’abbiamo preso, io sono andato e dopo averlo caricato in macchina abbiamo dovuto picchiarlo. Io stesso l’ho colpito più volte al volto “, così  riporta  il  Corriere  della  Sera. ” Scoprimmo che il 25 gennaio doveva incontrare una persona che ritenevamo sospetta – riferisce ancora il testimone riportando le parole dell’agente, scrive invece La Repubblica – Per questo entrammo in azione quel giorno “.

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Giulio Regeni, testimone: lo credevamo una spia inglese. Colloquio di Conte con Al Sisi

Dichiarazioni esplosive che potrebbero rappresentare una svolta decisiva nelle indagini sulla morte di Regeni anche perché vengono considerate attendibili al Procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e dal sostituto Sergio Colaiocco che hanno già inoltrato una nuova rogatoria al Cairo a seguito di queste rivelazioni. Sulla questione è intervenuto anche il Premier Conte precisando di aver avuto un colloquio con il Presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi per discutere del caso Regeni. Tuttavia per la Procura egiziana che indaga sul caso Regeni non vi sarebbero sufficienti elementi di prova per incardinare un processo. Di tutt’altro avviso i loro colleghi italiani che ipotizzano il coinvolgimento del generale Sabir Tareq, del colonnello Uhsam Helmy, del maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, dell’assistente Mahmoud Najem, tutti in forza alla Ns, e del colonnello Ather Kamal, all’epoca capo della polizia investigativa del Cairo.

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