“Quarto Grado”: anticipazioni della puntata del 22 marzo

"Quarto Grado": anticipazioni della puntata del 22 marzo
Gianluigi Nuzzi (GettyImages)

Venerdì 22 marzo, in prima serata, su Rete4, il programma “Quarto Grado” condotto da Gianluigi Nuzzi con Alessandra Viero: di seguito le anticipazioni

Durante la puntata del 22 marzo, il programma “Quarto Grado” tornerà sulla vicenda di Yara Gambirasio.

Il 12 ottobre scorso Massimo Bossetti è stato condannato in via definitiva all’ergastolo.

Oggi, a cinque mesi dal pronunciamento della Cassazione, i consulenti della difesa del carpentiere di Mapello affermano di avere elementi sufficienti per la riapertura del caso.

Il programma, si occuperà anche del caso di Roberta Ragusa, la quarant’enne di Pisa scomparsa nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012.

L’ex marito Antonio Logli è stato condannato in primo grado e in appello a 20 anni di carcere. L’uomo è sospettato di omicidio e occultamento del cadavere.

Per le segnalazioni da parte dei telespettatori, sono attivi il centralone e l’account di Facebook Messenger del programma.

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“Quarto Grado”, anticipazioni della puntata del 22 marzo. Il caso di Yara Gambirasio

Domani sera, andrà in onda il programma di approfondimento “Quarto Grado“, che tornerà sul caso Yara Gambirasio.

Yara Gambirasio scompare il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, dopo diverse indagini nel 2014 viene arrestato Massimo Bossetti.

Il cadavere di Yara, fu ritrovato tre mesi dopo la sua scomparsa, poco distante dalla palestra da lei frequentata.

Bossetti si è sempre dichiarato “innocente”. Durante il processo la Corte negò altri accertamenti chiesi dalla difesa sul Dna e il primo luglio 2016 la Corte condannò Bossetti all’ergastolo.

Durante il processo di secondo grado Bossetti dichiarò: “Non posso marcire in carcere per un delitto che non ho commesso – ha affermò – se fossi io l’assassino, sarei pazzo a chiedervi la perizia, io non mai fatto male a nessuno. Quel Dna non è mio. Sono innocente, non sono un mostro”.

Il 12 ottobre 2018, Bossetti viene condannato all’ergastolo.

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Oggi, a cinque mesi dal pronunciamento della Cassazione, i consulenti della difesa affermano di avere elementi sufficienti per la riapertura del caso.

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