Primarie PD: Zingaretti, Martina e Giachetti, il confronto a “Mezz’ora in più”

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Zingaretti, Martina e Giachetti ospiti a “Mezz’ora in più” (foto da: Facebook, mezzorainpiu)

È iniziato il conto alla rovescia per il 3 marzo, giorno delle primarie del PD: Zingaretti, Martina e Giachetti si sfidano negli studi di “Mezz’ora in più”, rispondendo alle domande di Lucia Annunziata

A due settimane dalle primarie PD del 3 marzo, i tre candidati rimasti in corsa, Nicola Zingaretti, Maurizio Martina e Roberto Giachetti, si sfidano, ma a distanza.

Uno dopo l’altro, presenti nello studio di “Mezz’ora in più“, rispondono alle domande di Lucia Annunziata.

Le scintille riguardano soprattutto il rapporto con Matteo Renzi, convitato di pietra, e i possibili alleati con cui presentarsi alle urne.

La scelta del M5S di lasciare al popolo, tramite la piattaforma Rousseau, la decisione sul caso Diciotti ha generato un fiume di critiche e parecchi mal di pancia all’interno del Movimento; Zingaretti intanto afferma: “Se dovessi diventare segretario, in caso di crisi di governo chiederei il voto anticipato”.

I tre candidati hanno diverse posizioni a proposito della responsabilità della sconfitta del PD alle urne.

Giachetti dice che la sinistra ha sofferto di un “contesto internazionale” e che la campagna elettorale è stata fondata sulla propaganda. Ma soprattutto se la prende con le divisioni interne che hanno colpito Matteo Renzi. Inoltre, Giachetti si lamenta di essere stato oscurato dai media: “Nell’ultimo mese e mezzo io sono stato cancellato da tutte le tv e le rubriche”.

Per Maurizio Martina invece, il Pd ha pagato il prezzo delle troppe divisioni interne. “Se verrò eletto il 3 di marzo, il 4 convocherò una segreteria unitaria e chiederò a Giachetti e Zingaretti di esserne parte”. Tuttavia ammette: “Quello che abbiamo fatto al governo è stato importante ma non sufficiente. Sono il primo ad essere inquieto per quello che non abbiamo fatto”.

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Primarie PD: Zingaretti, Martina e Giachetti, il confronto a “Mezz’ora in più”. Capitolo alleanze

“Un esempio? – continua Martina nello studio di “Mezz’ora in più” – “Il salario minimo legale e il reddito di inclusione. Dovevamo farlo prima e tutto”.

Nicola Zingaretti è invece il più duro sul passato: “Non abbiamo capito il dramma sociale dei ceti colpiti dalla crisi. C’è stata poi una sottovalutazione enorme dei tagli agli enti locali, soprattutto nelle aree interne, nei piccoli comuni”.

A pochi giorni dalle primarie PD, Giachetti, Martina e Zingaretti, ospiti del programma di Lucia Annunziata, non potevano non affrontare il capitolo delle alleanze.

Giachetti insiste sul partito a vocazione maggioritaria. Neppure il modello abruzzese incarnato da Giovanni Legnini – con una coallizione aperta a sinistra, cattolici, liberali, radicali – è accettabile: “Legnini, molto legato al territorio, è stato bravo, ma alla fine abbiamo perso, nonostante dieci punti in più rispetto al M5s.

Se mi parla di D’alema e degli scappati di casa che hanno contribuito ad ammazzare il PD, possono continuare la strada che hanno preso”.

Per Martina invece il modello è Milano, coalizione di centrosinistra con dentro formazioni civiche, coinvolgendo tutte le energie che possono essere utili: “Voglio un Pd che sia maggioritario nella testa ma non autosufficiente”.

Sulle possibili intese sul territorio con i 5Stelle, magari su temi come il reddito di cittadinanza, replica: “I vertici stanno portando il Movimento a destra”.

Nicola Zingaretti è ottimista: “Si è ormai capito che l’alternativa a
Salvini non sono i cinque stelle. La storia sta ridando ai democratici una nuova chance. Si è riaperta la partita”.

E i 5Stelle? Anche il governatore del Lazio esclude alleanze: “Non è il mio obiettivo politico. Siamo alternativi”.

Ma sottolinea: “C’è una rottura tra l’elettorato M5S e la sua leadership”.

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