Testimone di Geova accetta trasfusione: ripudiata da figlie e comunità

Testimone di Geova accetta trasfusione: ripudiata da figlie e comunità
Colliano, provincia di Salerno (Raniero Supremo, Wikipedia Commons)

Tre anni fa un intervento chirurgico che rese necessaria una trasfusione, prima rifiutata per regole del credo, e poi accettata: espulsa dai testimoni di Geova e ripudiata dalle figlie da cui non ha notizie da tre settimane

Grazia Di Nicola, 48 anni, di Colliano in provincia di Salerno, non ha notizie delle sue figlie da circa tre settimane.

La storia di Grazia inizia tre anni or sono, quando a causa di un intervento chirurgico fu costretta a sottoporsi ad una trasfusione. Una misura inizialmente rifiutata da Grazia, coerentemente con le regole imposte dal suo credo.

Tuttavia, il complicarsi del suo quadro clinico spinse i dottori a fare pressione su di lei affinché cambiasse idea dal momento che rischiava di perdere la vita.

Dopo un travaglio interiore, Grazia Di Nicola accettò di seguire le indicazioni che le venivano dai medici.

Da quel momento, però, tutta la sua vita cambiò.

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Testimone di Geova accetta trasfusione: ripudiata da figlie e comunità: l’appello di Grazia

Dopo la scelta di Grazia, una testimone di Geova che decise di accettare una trasfusione per sopravvivere, vari avvenimenti hanno sconvolto la sua vita.

Anzitutto Grazia fu espulsa dalla sua comunità, i testimoni di Geova.

All’espulsione seguì l’allontanamento delle tre figlie, anche loro testimoni di Geova. Accusandola di essere una peccatrice, le tre ragazze di 30, 25 e 21 anni troncarono il rapporto con la famiglia e abbandonarono la casa dei genitori, ospitate da altri testimoni di Geova nella stessa Colliano.

Di recente però, tre settimane fa, l’ultimo choc: le tre figlie hanno lasciato Colliano e ora la famiglia non sa dove siano.

“Papà, il vostro fratellino ed io vogliamo solo essere sicuri che stiate bene – dice la donna lanciando un appello alle figlie -.

Rispettiamo le vostre decisioni in campo religioso, questo è fuori discussione. Ma voi rendetevi conto del nostro dolore, voi sapete il bene che vi vogliamo, chiamateci”.

“Non è normale – continua Grazia – per un genitore che ha cresciuto con sacrifici i propri figli non sapere dove si trovino, non so che cosa fare, spero che riescano a capire quanto stiamo soffrendo per loro e si facciano vive”.

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