Superenalotto: chi c’è dall’altra parte? Il racconto di chi paga le vincite

Vincere al Superenalotto, portarsi a casa una cifra astronomica, che solo a nominarla vengono i brividi: cambiare, rivoluzionare in un solo colpo la propria vita. Solo pochi, pochissimi fortunati, nella storia del “gioco italiano” hanno potuto godere di un privilegio del genere.

Il Montepremi attuale fa davvero girare la testa: e in tempi così difficili per le famiglie e per le imprese, con l’inflazione che morde alle gambe ogni giorno, con genitori con figli minori a carico che non arrivano a fine mese, chiunque prima di addormentarsi, con l’ansia che attanaglia alla gola per le fatture insolute da pagare, sogna in fondo una vittoria, un colpo di fortuna, per capovolgere tutto in positivo.

Superenalotto fonte adobe stock
Superenalotto fonte adobe stock

Un recente articolo di una testata nazionale, ha aperto un curioso squarcio su chi si nasconde dietro alla “consegna” fisica di queste vincite milionarie così rare. Ci siamo mai chiesti quali sono le persone che nel concreto si occupano di consegnare i soldi ai fortunati vincitori?

Ed eccole le parole di chi, negli ultimi anni, ha avuto l’onere e per certi versi anche l’onore di erogare i pagamenti a coloro che sono stati letteralmente baciati in fronte dalla Dea Bendata.

Superenalotto: il racconto che non ti aspetti

Partiamo, intanto, da lontano, a quel 2021 che ha visto l’ultima vera grande vittoria del jackpot milionario che fa tremare i polsi. L’ultimo 6, in ordine di tempo, è stato assegnato a Montappone nelle Marche, era il mese di maggio. Cifra incredibile, impensabile: erano 156 milioni di euro!

Da allora nulla più, con un montepremi che oggi tocca numeri vertiginosi: 202 milioni di euro, un vero record. Chi sarà il fortunato vincitore? Non osiamo immaginare la faccia e lo stato d’animo di chi, presto o tardi, si accaparrerà questa cifra.

Ma nel frattempo il racconto del “misterioso” personaggio che eroga le vincite per conto del Monopolio dello Stato continua. E su questa testata nazionale emergono anche storie commoventi. Come quella di un cameriere che per ben due mesi non si fece vivo per riscuotere la vincita di 77 milioni, perché non voleva mettere in difficoltà il suo datore di lavoro e abbandonarlo dall’oggi al domani.

Sono tempi difficilissimi, dove il gioco, superenalotto o gratta e vinci, non è più una sana abitudine, tanto meno un divertimento. Con la crisi economica che ci regala notti insonni, quel biglietto da grattare diventa un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi, nella speranza di uscire indenni da un mare in tempesta.

Non tutti, certo, bensì pochissimi, riescono ad arrivare all’agognata riva. Gli alti restano decisamente in balìa delle onde. Altri ancora affondano definitivamente, quando quella boa di salvataggio, si rivela, nel caso del maledetto vizio del gioco, come un macigno che ci fa affogare.

Rincari energetici, inflazione: come uscire indenni da un fiume in piena se non affidandosi alla Dea Bendata? Non tutti avremo il privilegio di vincere cifre così alte. Per molti basterebbe qualche decina di migliaia di euro per respirare almeno un po’. E allora si chiudono gli occhi, e si spera, si spera e si spera ancora che sia davvero la volta buona.

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