Stufa elettrica, quanto costa in bolletta? Le cifre e come risparmiare

Con l’avvicinarsi sempre di più del freddo, tanti sono i dispositivi che possono arginarlo. Uno è la stufa elettrica ma quanto costa in bolletta? Vediamo i dati e come risparmiare.

La gestione del risparmio potrebbe essere messo a durissima prova con l’arrivo delle temperature più fredde. Nonostante ci siano tanti apparecchi che fanno al caso nostro, l’incidenza in bolletta non potrà non essere considerata. Uno dei dispositivi che più potrebbero essere usati è la stufa elettrica. Ma quanto consuma?

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Fonte Foto Canva \ Adobe Stock

I prezzi delle bollette di luce e gas sono saliti in maniera vertiginosa. Con stipendi sempre uguali, molto spesso bassi, la situazione non può che farsi ancora più instabile. Proprio per questo motivo, si deve cercare di riscaldarsi in maniera più oculata. Così da limitare le spese al minimo possibile. Cosa assolutamente non facile ma che va attuata per non avere problemi sotto il profilo economico.

Tra i dispositivi che più vengono utilizzati troviamo la stufa elettrica. Un apparecchio abbastanza comodo che permette, almeno sul gas, di non incidere in bolletta. Diverso è il discorso sulla fattura della luce. A maggior ragione se legata ad altri elettrodomestici che consumano di più. Andiamo, quindi, a vedere quanto consuma questo dispositivo.

Quanto consuma in bolletta la stufa elettrica?

Quando si parla di questo apparecchio, l’idea generale è che il suo consumo sia molto alto. Discorso che è solo in parte vero dato che le nuove attrezzature permettono un consumo decisamente più soft. Grazie alle evoluzioni tecnologiche, come riportato da Money, il consumo si attesta tra i 300 e i 2.500 W. Dunque, calcolare il consumo totale sarà semplice. Basterà moltiplicare la potenza con le ore in cui la stufa è stata utilizzata.

Di stufe elettrice, sul mercato, ci sono tantissimi dispositivi. Difficile quale modello sia migliore perché tutto dipende dalle proprie esigenze. In prima battuta troviamo la stufa radiatore a olio. In questo caso, il radiatore si riscalda così da emettere calore nell’ambiente. Di solito c’è un termostato che concede più livelli. Questa si adatta per un uso prolungato. Inoltre, ha un rischio di bruciature ridotto. L’unico aspetto negativo è che impiega qualche minuto a scaldarsi.

Passiamo poi ai Termoventilatori e termoconvettori. I primi, di recente, sono legati alla ceramica e hanno un ventilatore che permette di diffondere calore. Di solito, li troviamo in ambienti ristretti. I termoconvettori, invece, presentano una differenza importante dai precedenti: al loro interno si basano sul processo della convenzione. Producono anche un rumore molto basso. Infine, troviamo la stufa alogena, al quarzo o infrarossi. Sono dispositivi simili e che raggiungono un grado di calore molto alto in breve tempo. La mancanza di ventola, però, porta la persona ad avvicinarsi se vuole riscaldarsi. Il lato negativo sono i consumi decisamente alti.

Come risparmiare con la stufa

Per una gestione oculata del dispositivo, bisogna fare attenzione a quanto tempo lo si utilizza. Non si può prendere in considerazione un uso continuato durante la giornata. Il consiglio è di tenerla accesa nelle ore più fredde. Anche la quantità di calore emanato è importante. Gestiamo anche questa situazione per non incidere troppo sulla bolletta.

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