Addio alla Legge 104? L’indennità di accompagnamento cambia volto

L’indennità di accompagnamento facente parte della Legge 104 è destinata a cambiamenti progressivi, ancora in itinere. Questi ultimi entreranno a breve in vigore con il nuovo esecutivo. Scopriamo esattamente di cosa si tratta e quali novità sono previste.

Vivere una condizione di disabilità, fisica o mentale, rappresenta un enorme macigno da sorreggere, per se stessi. Per quella sofferenza che solo chi la vive può comprendere fino in fondo, ma indirettamente anche per le persone che quotidianamente devono occuparsi del soggetto fragile.

Legge 104
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Secondo le ultime notizie, i cambiamenti in atto, porranno i malati e il nucleo familiare che si occupa della sua tutela, se non autosufficiente come spesso accade, di fronte ad una scelta che potremmo considerare per certi versi epocale.

Il nuovo Governo e con esso Ministero della Salute e Istituto Nazionale di Previdenza Sociale metteranno il malato nella condizione di scegliere. L’opzione sarà tra due tipi di ausilio: uno puramente economico e l’altro puramente assistenziale.

Questa rivoluzione, che si spera possa essere positiva per il complesso e delicato mondo dei disabili, parte da un punto fermo che è già realtà. Ovvero siamo di fronte alla cancellazione dell’Indennità di Accompagnamento, che sarà sostituita da una Prestazione Universale per la non autosufficienza.

Legge 104, come cambia l’indennità di accompagnamento

Siamo di fronte, però, soltanto all’inizio di un processo di cambiamento complesso, che ancora non è diventato esecutivo. Rientra in una manovra economica da sette miliardi di euro. Ci riferiamo alla Missione 6 del Pnrr, Piano Nazionale di Resilienza, alla base del quale si proverà a ricostruire, con fondi europei, la cosiddetta sanità di prossimità. Stiamo parlando di quella sanità territoriale, al di fuori del contesto ospedaliero, che riguarda in particolare i soggetti costretti a letto e a cure domiciliari.

Ed è per questo che verranno introdotte figure chiave come quelle dell’infermiere di famiglia. Ci saranno strutture come quelle degli Ospedali di Comunità. Parliamo di professionisti e di luoghi di cura che si prenderanno carico dei malati cronici e dei disabili provando ad aumentare la qualità delle prestazioni sanitarie. Per questa ragione è probabile che la famiglia sarà posta di fronte a una scelta del tutto nuova e inattesa.

Da una parte la legge 104, se potremo chiamarla ancora così, consentirà ancora la presenza del caregiver, ovvero di un familiare che sarà responsabile della cura del congiunto disabile/malato cronico. Quest’ultimo potrà contare su un sostegno economico per ricorrere a professionisti specializzati per la cura del malato.

Dall’altra parte, potrebbe verificarsi la scelta che sia la sanità pubblica, ad occuparsi totalmente del malato. Ci sarà la nascita di nuove strutture adibite all’assistenza dei disabili e dei malati allettati, svincolando la famiglia da oneri. A quel punto si potrebbe voler rinunciare alle risorse economiche per affidare la gestione del paziente totalmente a medici e infermieri che agiranno come nella sanità pubblica, ma al di fuori degli ospedali, in strutture ad hoc.

Ricordiamo che la legge 104/92 individua in Italia la persona con disabilità che presenti un handicap fisico, psichico, sensoriale, stabilizzato o progressivo, che renda disagi nell’apprendimento, nelle relazioni, nell’inserimento lavorativo e nel contempo tale da determinare un processo di svantaggio sociale o esclusione.

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