Tariffe telefoniche in aumento? Ecco cosa fare

Sono tempi delicatissimi, in cui non possiamo permetterci il minimo “sforamento”, in un budget familiare spesso risicato all’osso. Come possiamo difenderci allora dai possibili e improvvisi rincari sulle tariffe telefoniche?

Un contratto commerciale che si rispetti dovrebbe rappresentare un equilibrio perfetto tra le esigenze richieste dal consumatore in termini di qualità e spesa, e i diritti a cui l’azienda, necessariamente ci obbliga ad ottemperare. Tutto questo vale, naturalmente, anche e soprattutto per le tariffe dei cellulari.

tariffe telefoniche
Fonte Foto Adobe Stock

Dobbiamo innanzitutto essere cauti: sono fin troppe le società che, approfittando della nostra vulnerabilità economica, tentano di farci credere che le loro proposte rappresentano la panacea assoluta dei nostri mali finanziari.

Così come è vero che molte aziende hanno davvero abbassato i prezzi in modo inatteso: e allora noi tocca la regolarità dei pagamenti, ma dall’altra parte dobbiamo pretendere la costanza nella qualità dei servizi e soprattutto la serietà nel non “cambiare” gli accordi improvvisamente e senza preavviso.

Aumenti improvvisi tariffe telefoniche: ecco come difenderci

A questo punto la domanda sorge spontanea: come possiamo difenderci dal rischio di rincari, cambiamenti improvvisi di tariffe o voci extra sulle fatture relative a servizi che non abbiamo mai richiesto e di cui non riscontriamo nemmeno l’utilità. In primo luogo esiste il sacrosanto diritto di recesso nel momento in cui non siamo soddisfatti di come la nostra compagnia telefonica si comporta nei nostri confronti. Un recesso che può avvenire anche a distanza di mesi dalla partenza del contratto.

La comunità europea, di cui siamo parte, regola con una serie di normative che dovresti conoscere, il rapporto azienda-consumatore, non sempre poco complesso, nel mondo commerciale-telefonico: è vero che non possiamo vivere senza cellulare, ma è anche vero che non possiamo permetterci, nel contempo, di gettare denaro al vento.

In tal senso la Direttiva 2011/83/UE mira a:

  • aumentare la protezione dei consumatori armonizzando diversi aspetti chiave della legislazione nazionale sui contratti tra consumatori e professionisti;
  • incoraggiare gli scambi tra gli Stati membri dell’Unione europea (UE), in particolare per i consumatori che acquistano online.

Gli emendamenti in corso aumentano la protezione dei consumatori dell’UE in diversi settori quali gli acquisti tramite i mercati online, la trasparenza della personalizzazione dei prezzi e la classifica delle offerte online per tutelare al massimo i diritti dei consumatori quando utilizzano servizi online “gratuiti”.

Sul Diritto di Recesso la legge parla chiaro: i consumatori possono recedere dai contratti a distanza e fuori sede entro 14 giorni dalla consegna della merce o dalla conclusione del contratto di servizio, fatte salve alcune eccezioni, senza alcuna spiegazione o costo. È sufficiente un modulo di recesso standard fornito dal venditore.

Nessun costo di pagamento ingiustificato o addebito aggiuntivo

I commercianti devono avere il consenso esplicito del consumatore quando offrono servizi aggiuntivi a pagamento. Azioni indebite, perpetrate da parte dell’azienda, rendono nullo il contratto.

 

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