Commercialista, come capire se la parcella è cara? Ecco alcuni criteri

Il commercialista può avere dei costi molto alti. In certi casi, la visita diventa davvero preoccupante. Ma come fare per capire se la parcella è troppo esosa? Ecco alcuni criteri che chiariscono il tutto.

Il commercialista si interfaccia sia alle partite Iva che alle imprese. Il suo lavoro è davvero fondamentale per chiarire il quadro della situazione in termini di guadagni e tasse. Ormai, sempre più persone si affidano nelle mani di un commercialista. Dall’altra parte, però, molti si chiedono quali siano i costi.

Commercialista
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Chi ha già avuto delle esperienze in merito conoscerà sicuramente i probabili costi. In certi casi, invece, per molti si tratta della prima volta. Cosa che porta un certo spaesamento perché si sentono tante voci attorno a questo settore. Oltre le tasse, quindi, ci deve essere la cosiddetta parcella per il commercialista. E, questa, può essere decisamente alta.

Prima di svelare tutti i criteri per un calcolo preciso, dobbiamo specificare alcune cose. Il costo del commercialista dipende da vari fattori. Dipende da cosa si richiede al professionista e se il lavoro commissionato è semplice o meno. Inoltre si deve tener conto quando si esegue la richiesta. Insomma, tante cose possono incidere. Vediamo, ora, meglio i dettagli.

Quanto costa un commercialista?

I commercialisti devono attenersi al DM 140/2012, un DM che fa capo anche agli avvocati, ai notai e agli altri esperti del settore. I valori, però, non devono essere presi come paletti rigidi ma solo come un numero indicativo. Per questo motivo, saltano fuori tantissime variabili che non possono essere tralasciate.

Il prezzo può cambiare dalla quantità di lavoro che il professionista deve svolgere. Con qualche velocità deve avvenire il tutto e anche il luogo in cui si trova. Il prezzo, poi, aumento dal fatto se il commercialista abbia o meno tanti anni di esperienza. Ma, per rendersi conto dell’eventuale costo, si può chiedere un preventivo. Un primo appuntamento per spiegare la situazione e valutare tutti i costi del caso.

La parcella di un commercialista tiene conto del servizio e di tutte le variabili. Il compendo, inoltre, prevede il contributo previdenziale, sull’imponibile va aggiunta l’Iva al 22%. Se si parla di un’azienda, questa deve trattenere un 20% di ritenuta fiscale. Questa percentuale va poi versata all’erario. Tutte queste percentuali vanno nel calcolo finale che poi sancisce il costo della prestazione.

Ogni anno, l’associazione nazionale commercialisti diffonde un documento in cui sono presenti gli onorari consigliati. Se si parla di dichiarazione redditi per le partite Iva si va dai 247 ai 497 euro. Il prezzo sale fino a raggiungere i 670 euro se gli affari sono compresi in una cifra che va dai 75.001 fino ad arrivare ai 150.000 euro. Come detto, a tale cifra va aggiunta l’Iva che è stabilita al 22%.

Il documento che viene diffuso dall’Anc può essere utile ma restano cifre indicative. La migliore soluzione è richiedere un appuntamento dove parlare con il commercialista della propria situazione. Così da capire meglio il costo dell’eventuale parcella.

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