Pensioni, la decisione della Cassazione cambia tutto: guai in vista

La Corte di Cassazione ha enunciato una sentenza che riguarda alcune pensioni. La sentenza riguarda l’esodato legato ad alcune specifiche tempistiche.

Si ritorna a parlare di pensioni legate alla sentenza della Corte della Cassazione. Quanto accaduto potrebbe cambiare la carte in tavola per alcuni pensionati. Quanto enunciato, infatti, riguarda un tema molto particolare quello dell’esodato. Si tratta di un accordo per lasciare il posto di lavoro in cambiato di una copertura economica che si estende fino alla pensione effettiva.

Pensioni
Adobe Stock

Il tema delle pensioni è sempre più controverso e molto complicato. In qualsiasi momento può cambiare la situazione ed è per questo motivo che dobbiamo stare al passo con i tempi. La nostra situazione, quindi, può cambiare da un momento all’altro. Informarci, però, non ci permette solo di essere aggiornati ma anche di quali diritti disponiamo.

In base a quanto detto, è molto importante conoscere la sentenza enunciato dalla Cassazione. Ci riferiamo al numero 21360/2021. Con questa sentenza si sono chiariti degli aspetti molto importanti. Regole che permettono di mantenere i paletti di pensionamento che c’erano prima della Legge Fornero.

Pensioni: la sentenza della Cassazione sull’esodato: i dettagli

Il nocciolo della questione riguarda l’esodato. Stando alla disposizione odierna non si può essere esodati se dopo il 31 dicembre 2011 si viene riassunti in un servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. In questo caso si perde il diritto alla salvaguardia pensionistica.

Tutto decade indipendentemente dalla durata del contratto. Può essere anche un lavoro a brevissimo termine e chiuso in un modo qualsiasi. Solo aver firmato un contratto farà cadere questa ipotesi e porterà l’individuo fuori dalla salvaguardia pensionistica stabilita di tanto in tanto dal legislatore per anticipare la pensione.

Queste tutele sono stati riconosciuti per quei lavoratori che, alla fine del 2011, avevano sottoscritto accordi per la fine del servizio. Oppure erano senza lavoro o in condizioni precarie. Ricordiamo che alla fine del 2011 è il momento in cui entra in vigore la Legge Fornero. Tra gli scenari previsti dalla legge c’è anche quello in cui il rapporto si sia risolto a seguito di accordi individuali o collettivi entro il 31 dicembre 2011. Senza, però, aver iniziato una nuova attività lavorativa a tempo indeterminato.

Il caso esposto alla Corte di Cassazione

La Cassazione si è ritrovata a decidere la situazione di un lavoratore che dopo la fine della sua attività con le Poste, entro il 31 dicembre, era stato assunto a tempo indeterminato salvo poi essere licenziato dopo il periodo di prova. Un periodo durato 30 giorni.

Dopo la prova, il lavoratore ha continuato a chiedere la pensione anticipata. Tutte le sue domande sono state respinte ad ogni giudizio. Tutte le memorie della difesa sono state vane. Queste puntavano a dimostrare di come il lavoratore vivesse una condizione di precarietà dato che il contratto non era definitivo visto il periodo di prova. Dopo un’attenta analisi, la Cassazione ha confermato poi la decisione. In merito a nuove sentenze, la Corte Costituzione si è espressa sulla pensione di reversibilità. Anche qui si è toccato un argomento molto importante come le decurtazioni.

Impostazioni privacy