Pirateria, cosa si rischia per le partite in streaming? Pericolo anche per i consumatori

La pirateria aumenta i suoi numeri ogni anno. Molti utenti approfittano per vedere partite con streaming illegali. Ma cosa si rischia?

Pirateria calcio (AdobeStock)
Pirateria calcio (AdobeStock)

Sappiamo bene come la lotta alla pirateria sia una questione ormai di lungo corso. Sempre più utenti approfittano dell’IPTV per guardare illegalmente eventi sportivi. Una situazione che non solo crea problemi alle piattaforme regolari ma anche ai lavoratori. E, secondo quanto riportato dalla Favap, Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali, sono 6.000 i lavoratori che ogni anno perdono il posto.

Non si tratta solo di questione economica ma anche di gestione del personale. I dati Favap, inoltre, sono emblematici. Nell’ultimo anno ci sono stati 11 milioni di italiani ad usufruire dello streaming illegale. La percentuale, quest’anno, è addirittura salita. Si parla di un 38% a confronto del 37% dello scorso anno. Chi ne esce più danneggiata è DAZN. La piattaforma ha investito ben 480 milioni per i diritti del campionato di calcio di Serie A. Questo perché c’è stata una certa crescita della parte illegale.

Si parla di un 14% rispetto al 10% segnato nel 2019. Insomma, gli italiani sembrano convinti di procedere per la propria strada. Addirittura, solo il 37% avrebbe piena consapevolezza di essere davanti ad uno streaming illegale. Andiamo a vedere, dunque, cosa si rischia ad usufruire di questi servizi.

Pirateria, rischio alto sia per i produttori che per i consumatori

Quello che desta stupore è che l’Internet Protocol TeleVision è una tecnologia molto interessante. In futuro, questa, come riportato da Il Giornale, dovrebbe ospitare la visione di canali televisivi. Sia in diretta che in streaming. Naturalmente, lo sviluppo viene determinato da come si utilizza una tecnologia.

Come possiamo immaginare, la preoccupazione delle istituzioni è alta. La situazione è molto complessa e non è facile arginarla. Per questo motivo le sanzioni sono durissime. Sia per i consumatori che per i produttori. Il rischio principale è la denuncia per ricettazione con conseguenti e pesantissime multe.

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I consumatori possono rischiare dai 6 ai 3 anni di reclusione. Le multe vanno da 2.582 a 25.822 euro. Chi gestisce il tutto, invece, rischia di essere accusato di frode informatica, contraffazione e violazione della proprietà intellettuale. Insomma, una situazione che potrebbe degenerare rapidamente per molti attori in causa.

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