Stoner, è inquietante quello che dicono di lui: ecco cosa gli hanno fatto

Il due volte campione del mondo Casey Stoner è stato tra i talenti più cristallini del passato recente della MotoGP.

Casey Stoner (Getty Images)
Casey Stoner (Getty Images)

Il pilota australiano Casey Stoner si è, recentemente, rifatto vedere nel Paddock della MotoGP per gli ultimi appuntamenti mondiali. Il centauro si sta godendo la famiglia, ma ama dare il suo piccolo contributo ai piloti attuali della Ducati. Stoner è, ancor oggi, l’unico ad essere stato in grado di vincere in sella alla Rossa di Borgo Panigale.

Pecco Bagnaia e Jack Miller hanno pregato l’australiano di avere un ruolo stabile all’interno del team, come coach e consigliere, ma per Casey sarebbe troppo stressante. A livello umano l’australiano è sempre stato un talento con dei principi legati alla famiglia e una vita lontana dallo stress delle luci dei riflettori. Anche per questo motivo il pilota di Southport ha deciso di ritirarsi molto giovane al termine della stagione 2012.

Il classe 1985 dopo una brillante stagione in 250, conclusasi al secondo posto, alle spalle di Dani Pedrosa, si lanciò in MotoGP nel 2006. L’impatto in top class, in sella alla Honda, non fu dei migliori, e spesso Casey assaggiò la polvere, finendo per cadere in tante occasioni anche in modo banale. L’unico sussulto del 2006 fu un secondo posto in Turchia.

L’ascesa di Casey Stoner

L’anno successivo fu ingaggiato, a fari spenti, dalla Ducati, trattandosi della più classica delle scommesse. Costò poco e nell’ambiente in molti credevano che avrebbe potuto fare bene. Il concetto di “far bene” per Casey non rientrava nel suo vocabolario. Stoner voleva impressionare e fu in grado di stupire il mondo, in particolare un signore di nome Valentino Rossi.

Nel 2007, al suo primo anno in sella alla Ducati, l’australiano fu imbattibile. Mise al referto 367 punti e sembrava essere nato per guidare quella moto. Nessuno è stato più in grado da allora di portare la Desmosedici a quei livelli. In due stagioni, il ducatista divenne il fenomeno indiscusso della MotoGP. Nei due anni successivi il centauro di Tavullia dovette superarsi per battere l’australiano. Ci riuscì anche grazie ad una buona dose di astuzia e di mind games che colpirono l’equilibrio emotivo del ducatista.

A parlare del suo lato umano ci ha pensato, in una recente intervista, Oscar Haro, tecnico storico della MotoGP. Al termine della stagione 2021 Haro ha lasciato la top class e il team Honda per concentrarsi sulla famiglia. Il tecnico ha parlato di Stoner e del suo approccio folle. “Casey è stato uno dei più grandi, penso che sia i tifosi che gli addetti ai lavori lo riconoscano senza farsi problemi. Tuttavia, ho dovuto fermarlo, gli dicevo ‘Casey sono quasi 300 cavalli’. A volte, il suo enorme talento non gli è servito perché era pazzo, non aveva misura. Era on-off”, ha spiegato Haro in un’intervista a Sport.

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Casey Stoner ha conquistato il suo secondo titolo mondiale nella classe regina nel 2011 in sella alla Honda. In carriera avrebbe anche potuto vincere di più, considerato il talento. Nell’annata successiva l’australiano maturò la decisione di ritirarsi anche perché non trovava più le motivazioni di un tempo. Casey ha avuto anche un problema fisico, in seguito, determinato dalla sindrome da stanchezza cronica e scelse di non tornare più a competere in MotoGP.

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