In ogni donna arriva il momento della menopausa. Una situazione che porta dei problemi non di poco conto. Questi possono essere alleviati dalla scelta dell’acqua.
Come ben sappiamo, la vita di ogni donna è caratterizzato dal momento della menopausa. Questo è un processo naturale che, di solito, arriva ad un’età compresa tra i 48 e i 52 anni. La menopausa pone fine al ciclo mestruale e alla conseguente vita riproduttiva della donna.
La reazione alla menopausa non è uguale in tutte le donne. Alcune accusano molti dolori mentre altre no. I sintomi che si possono avvertire sono le vampate, sudorazione improvvisa, insonnia, cambiamento di umore e altro. In aggiunta, la mancanza di estrogeni può portare al rischio di osteoporosi. Questo può comportare rischio di fatture e la riduzione della massa ossea.
Oltre a questo, come riportato dal sito proiezionidiborsa, la metà delle donne accusa atrofia dell’apparato cutaneo, urinario e genitale. Un aiuto importante per alleviare i sintomi può essere rappresentato dall’acqua. Vediamo quale acqua scegliere per aiutarci durante la menopausa.
Sappiamo bene come tutti dovrebbero bere molto. L’acqua è un grande alleato del nostro organismo. Bere un litro e mezzo di acqua minerale migliora la qualità della vita. Anche in caso di menopausa il discorso non viene meno. Naturalmente, l’acqua deve essere di buona qualità. Si pensi che, bere otto bicchieri di acqua, aiuta anche nella gestione delle vampate di calore. Oltre al fatto che l’acqua aiuta l’idratazione della cute ritardando l’invecchiamento della pelle.
Un nome secco non esiste. Ci sono le caratteristiche dell’acqua a fare la differenza. In questo caso, si consiglia un’acqua mediamente mineralizzata. Con le bicarbonate calciche in cui il calcio deve essere compreso tra i 200 e i 300 mg per litro d’acqua. Invece è sconsigliato acquistare acque poco mineralizzate o oligominerali con pochi minerali. Discorso uguale per l’acqua ricca di minerali. Questo perché favoriscono la perdita di calcio nell’urina.
In sintesi, bisogna controllare l’etichetta alla ricerca di due valori. Il primo è la concentrazione di sodio che non deve essere sopra i 50 mg per litro. La seconda è quella dei solfati che non deve superare i 250 mg per litro. Questi sono i due criteri fondamentali al di là del singolo marchio.
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