Emanuela Loi, l’ultimo gesto prima della strage: il ricordo straziante della sorella

Tra i ricordi più commoventi della strage di via D’Amelio del 1992, c’è quello della sorella di Emanuela Loi, tra gli agenti della scorta morti nell’attentato. 

Emanuela Loi
Fonte Foto Twitter

Era tra le prime donne poliziotto ad essere adibite al servizio scorte in Italia. Per Emanuela Loi era un onore ed un senso di responsabilità proteggere Paolo Borsellino. Una missione, più che un lavoro, in cui perse la vita quel maledetto 19 luglio 1992, quando una bomba esplose in via D’Amelio, colpendo a morte il giudice e gli uomini e donne della sua scorta.

Ogni anno, quando ricorre l’anniversario della strage, vengono ricordate le vittime di quell’attentato dove perse la vita anche Emanuela. La poliziotta, che all’epoca aveva solamente 24 anni, fu la prima agente della Polizia di Stato a morire in servizio. Insieme a lei gli altri “angeli di Borsellino”.

Emanuela Loi, l’ultimo abbraccio: il sacrificio per i colleghi

A raccontare chi era Emanuela, è stata Claudia Loi, sorella dell’agente, che ha rivelato che il giorno prima della strage la poliziotta aveva la febbre e la famiglia le aveva consigliato di restare a casa in malattia. Ma Emanuela non ha voluto sentire ragioni: “Non è giusto – ha detto – anche gli altri devono andare in ferie”.

Quel giorno Emanuela era con la famiglia in Sardegna, si stava godendo gli ultimi giorni di vacanza prima di ripartire per Palermo. Quel giorno ha regalato l’ultimo sorriso e l’ultimo abbraccio ai genitori e alla sorella che la ricorda con tanto affetto.

Emanuela Lori, la sorella: “Mia mamma urlava, io svenni”

Sempre Claudia Loi, ha ricordato quel 19 luglio 1992 e come venne a sapere della notizia della strage che cambiò per sempre le vite della loro famiglia. Avevo chiamato mia mamma, lei urlava ed era confusa – ha raccontato – gridava ‘Manuela, Manuela sei tu?’. Le dissi di stare calma e spigarmi cosa succedeva”.

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Claudia ha rivelato che la mamma le raccontò che a Palermo c’era stato un attentato al giudice Borsellino. A quel punto accessi la televisione e la giornalista disse che nella strage era coinvolta anche una donna – ha raccontato Claudia – Poco dopo lesse i nomi ed io svenni”.

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