Renato Pozzetto: “Quando vuoi far ridere vedi anche le tragedie”

Vincitore del Nastro d’Argento Speciale per la sua interpretazione in un film drammatico, Renato Pozzetto parla del suo rapporto con Cochi e di come la vita lo ha reso, anche, un attore drammatico. 

Renato Pozzetto
Fonte Facebook – Leggo.it

Renato Pozzetto, il prossimo 14 luglio toccherà quota 81 anni. L’attore, nel corso di questi anni, ha fatto parlare di sé soprattutto per le interpretazioni iconiche nei suoi film comici e per i suoi numeri di cabaret insieme all’amico e compagno d’avventure Cochi Ponzoni. Una carriera strabiliante, che ha avuto una svolta improvvisa proprio in quest’ultimo anno.

Chi l’ha detto che non si può cambiare a 80 anni? Questo Renato Pozzetto lo ha fatto capire grazie alla sua commovente e drammatica interpretazione nel film Lei mi parla ancora”. Il toccante film di Pupi Avati, ha fatto conoscere al pubblico una parte sconosciuta dell’attore, inaspettata e sincera.

Proprio grazie a questa interpretazione, Pozzetto riceverà il Nastro d’Argento Speciale per il suo primo ruolo drammatico. Un premio che ci fa capire quanto, alla soglia degli 81 anni ed oltre 65 anni anni di onorata carriera, l’attore milanese ha ancora molto e altro da dire al suo pubblico.

Renato Pozzetto sul ruolo drammatico

Renato Pozzetto, incalzato dal giornalista de “Il Corriere della Sera” che lo ha intervistato, ha ammesso che non si sarebbe aspettato di cimentarsi in qualcosa di nuovo come un ruolo drammatico. “Era un interesse mai sfiorato”, ha raccontato il comico. Però poi ha detto che il comico conosce la vita, la osserva e la guarda in un “angolo distorto e la vedi strana”.

Poi ha raccontato un curioso aneddoto del passato, a quando lui e Cochi erano talmente poveri che facevano e dicevano di tutto per potersi divertire. “Chiedevamo un panino in modo da far ridere – ha detto – E quando cerchi di far ridere, vedi pure le tragedie che ci sono intorno”.

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Poi ha ricordato il gruppo storico, formato da Giorgio Gaber, Enzo Jannacci e Dario Fo e della fortuna che lui e Cochi hanno avuto di conoscerli e frequentarli. Ha raccontato delle serata all’osteria, delle risate e anche dei momenti commoventi. Un’esperienza che lo ha forgiato e lo ha reso pronto per la prima opera drammatica firmata Pupi Avati.

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