Giampiero Boniperti è morto nella notte. La sua vita però è stata costellata di frasi iconiche che sono entrate nella storia della Juventus.
Giampiero Boniperti ha vissuto un’intera carriera nella Juventus. Con la maglia bianconera ha disputato ben 443 partite e segnato 178 reti. Gianni Brera disse di lui che sarebbe convenuto per tutti che lui si limitasse semplicemente ad impostare il gioco. Nell’arco della sua lunghissima carriera, l’attaccante barenghese ha lanciato tantissimi aforismi.
Alcuni di questi però sono letteralmente entrati nella storia. Il più famoso di tutti è sicuramente quello che recita: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Questa frase è diventata rapidamente l’emblema della juventinità, tanto che nel 2012, la società ha deciso di cucirla nel colletto della maglia. Un po’ come avvenuto anche per il Barcellona con lo slogan: “Mes que un club”.
In realtà però tale frase sembrerebbe essere stata detta per la prima volta dall’allenatore americano di football Henry Russell Sanders, che l’avrebbe affermata durante una seduta di allenamento nel 1950. Per quanto concerne invece la prima attribuzione ufficiale è su un articolo del 1953 sul Los Angeles Herald and Express. La stessa frase è stata poi attribuita anche all’allenatore di football Vince Lombardi.
Parlando della Juventus invece una volta Giampiero Boniperti affermò: “Non è soltanto la mia squadra del cuore. È il mio cuore”. Per quanto riguarda l’aspetto puramente calcistico, una delle sue frasi più famose invece è quando disse: “I tiri più belli riescono quando non ci pensi, oppure quando sbagli e la palla finisce nel sette”. Non fece invece molto piacere agli avversari una sua dichiarazione di qualche anno fa: “Sono da compatire quelli che tifano per altri club, perché hanno scelto di soffrire”.
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Negli anni Giampiero Boniperti ha anche contribuito a creare in un certo qual modo quello che viene definito lo stile Juve. Non a caso una volta su questo argomento si lasciò andare ad una riflessione: “Una testa senza capelli è più leggera per il calcio. In pubblico è giusto presentarsi con un aspetto decente”. Un chiaro riferimento a quei giocatori che si presentavano con acconciature strampalate.
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