Razzismo, la giocatrice sospesa per un vergognoso gesto offensivo

Razzismo e Sport: una giocatrice di pallavolo è stata sospesa dopo un gesto offensivo anti-asiatico fin troppo comune. Sarà abbastanza?

Una partita di qualificazione della Volleyball Nations League femminile tra Serbia e Thailandia si è conclusa con una clamorosa sospensione. La pallavolista si chiama Sanja Djurdjevic. Le autorità sportive l’hanno sospesa per due partite dopo che una ripresa aveva rivelato il suo maldestro tentativo di irridere le avversarie.

Un gesto offensivo e anti-sportivo, che pone di nuovo sotto i riflettori la questione del razzismo che macchia lo spirito di alcune competizioni anche ad altissimi livelli. I provvedimenti sono stati severi, e le scuse sono arrivate, ma è abbastanza?

Razzismo anti-asiatico, un problema di sportività

Il gesto è fin troppo conosciuto, recentemente al centro delle polemiche anche in Italia. Era stato infatti ripetuto dai conduttori di Striscia, Michelle Hunziker e Gerry Scotti. Si tratta in sostanza di socchiudere gli occhi e deformarli con le dita in modo tale da scimmiottare i tratti somatici caratteristici degli asiatici.

Un gesto apparentemente innocuo, ma in realtà irrisorio e razzista, specialmente durante una competizione sportiva. La Djurdjevic si è espressa in questo modo durante la partita dello scorso primo giugno, quando la Serbia aveva maturato il vantaggio sulla Thailandia.

Le inequivocabili riprese, emerse qualche giorno dopo, sono costate alla giocatrice una salata multa di ben 15.800 sterline e la sospensione temporanea. La Federazione Internazionale di Pallavolo devolverà la cifra ad un ente di beneficienza contro la discriminazione. Così da promuovere programmi educativi contro il razzismo.

Djurdjevic si è scusata per il gesto, scrivendo su Instagram di essere consapevole dell’errore e di essersi scusata con tutta la nazionale thailandese. Non voleva mancare di rispetto a nessuno, ha aggiunto sulla sua pagina, ma solo spronare la squadra ad entrare in difesa come le avversarie. Anche la Federazione Serba di pallavolo si è scusata per l’accaduto, definendolo un “semplice malinteso”.

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Non finisce qui: una petizione su change.org ha chiesto che vengano presi provvedimenti più seri in casi come questo. Le scuse, secondo i promotori, sono il minimo indispensabile per casi come questo. Forse l’ombra del razzismo che ancora si proietta sulla sport necessita di più prevenzione. E di sanzioni più immediate e severe.

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