WC Gate, la curiosa svista del governo che imbarazza

A proposito delle misure anti-Covid e delle riaperture, negli ultimi giorni si è scatenato un vero e proprio “WC gate”. Di cosa si tratta?

WC - Toilet (Pexels - Hafidz Alifuddin)
WC – Toilet (Pexels – Hafidz Alifuddin)

Avete letto bene, Proprio così. É in corso un famigerato WC gate.

L’ennesimo caso “stramberia” tra le maglie delle misure anti-covid elaborate dal governo. Stavolta tocca ai servizi igienici di bar e ristoranti. Stavolta si tratta di un caso montato ad arte, di una svista normativa oppure di intenzionale severità?

Vediamo di capirci qualcosa, in una selva di norme che meriterebbe in ogni caso di essere sfoltita.

WC al ristorante, divieto o non divieto? Questo è il dilemma

Il Decreto 22 aprile, come è noto, ha consentito l’apertura dei ristoranti e delle attività di ricezione in zona gialla. Non solo per asporto e delivery ma anche ai tavoli, purché vengano garantite le misure di sicurezza e il distanziamento, e con posti all’aperto.

Attualmente, questa fattispecie riguarda buona parte del nostro paese, ad eccezione delle sfortunate Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Valle D’Aosta.

Per quanto riguarda i servizi igienici, spicca però quello che non è apertamente un divieto, ma quantomeno una lacuna a tratti tragicomica. Il passaggio normativo recita: «l’uso dei servizi igienici posti all’interno dei bar e dei ristoranti non può essere consentito, salvo casi di assoluta necessità».

Non a caso, quando si tratta di certe necessità, ci si avvale della locuzione “necessità improrogabili” o “impellenti”, “urgenti”. Insomma, come al cuore, alla vescica (e non solo) non si comanda.

Dunque come bisogna comportarsi? Il Decreto Riaperture, all’articolo 4 del capitolo sui servizi di ristorazione, non fa menzione dell’utilizzo delle toilette e dei WC.

Per ora, a disinnescare il WC gate e ad impedire che nuove complicazioni gravino sui già sofferenti (e insofferenti) ristoratori, ci stanno pensando in autonomia le regioni, con normative di chiarimento.

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In sintesi, in regioni come Veneto e Campania, i bagni sono utilizzabili solo dagli avventori per tutta la durata dell’apertura del singolo esercizio. Per fortuna, pare che nessuno debba costringersi a cercare soluzioni di fortuna o a dimostrare l’urgenza delle proprie necessità.

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