Acqua radioattiva, il disastro nucleare di Fukushima farà altri danni?

Il disastro nucleare di Fukushima torna a far parlare di sé. Il Governo giapponese sarebbe pronto a sversare acqua radioattiva nell’Oceano.

Centrale nucleare di Fukushima (Getty Images)
Centrale nucleare di Fukushima (Getty Images)

Tutti ricorderanno il disastro nucleare di Fukushima. Era l’11 marzo del 2011 quando a causa di un terremoto e poi maremoto la centrale fu interessata di importanti danni ai sistemi di sicurezza. Questo purtroppo causò in momenti diversi il meltdown completo dei noccioli delle tre Unità presenti nella centrale.

Dopo una lunga inchiesta, il 5 luglio del 2012, è stato appurato che il disastro nucleare poteva essere evitato. A quanto pare infatti l’operatore dell’impianto non si era attenuto ai normali requisiti di sicurezza. Questa aveva poi portato alla reazione a catena che tutti tristemente conosciamo.

Attualmente il disastro nucleare di Fukushima risulta essere il peggiore dopo quello di Cernobyl del 1986. In comune con il dramma sovietico, l’incidente giapponese ha anche la classificazione INES massima di livello 7. Primati non proprio benauguranti. Come sappiamo, infatti, questo genere di disastri hanno conseguenze principalmente sul lungo periodo.

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Acqua radioattiva, è polemica

Ora però un nuovo caso sta smuovendo l’opinione pubblica in merito al disastro di Fukushima. Il Governo giapponese, infatti, ha dato mandato di rilasciare i liquidi utilizzati per il raffreddamento dei reattori in mare. Furenti i pescatori che hanno paura di ritrovarsi con l’acqua radioattiva e i pesci contaminati.

Lo sversamento dovrebbe cominciare tra circa 2 anni. Ogni giorno la manutenzione della centrale nucleare produce circa 140 tonnellate di acqua radioattiva. Nonostante questa venga bonificata, all’interno vi resta comunque il trizio, un isotropo. In questi anni si sono accumulati più di 1000 serbatoi vicino all’impianto.

Lo scorso febbraio il direttore dell’Aiea aveva ammesso che lo sversamento dell’acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico fosse in linea con le regole. La decisione presa dal Giappone però non è piaciuta per niente ai paesi vicini. Gli ambientalisti poi sono sul piede di guerra temendo un disastro ecologico ulteriore.

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