Covid, scandalo in Regione: dati falsi per evitare la zona rossa

Mentre il covid continua a fare danni un’inchiesta avrebbe portato alla luce un disegno politico per evitare la zona rossa in una regione.

Tampone covid (Google Images)
Tampone covid (Google Images)

Da quando nel Governo Conte si sono “inventati” la colorazione diversa per le varie regioni in base ai livelli di contagio c’è sempre stata polemica. Il Ministero della Salute, infatti, grazie ai dati ricevuti ogni settimana decide in che zona collocare varie parti del nostro Paese. Spesso però alcuni presidenti di regioni si sono ribellati alla colorazione decisa dal Ministero.

Dalla Sicilia però quest’oggi arriverebbe una notizia preoccupante. I carabinieri di Palermo e Trapani, infatti, dopo lunghe indagini, avrebbero deciso di arrestare alcune persone: la dirigente della Regione Sicilia, Maria Letizia Di Liberti e due suoi collaboratori, Salvatore Cusimano ed Emilio Madonia. Al momento inoltre sarebbe indagato anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza.

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Alteravano i dati del covid della Regione

Il motivo di questi provvedimenti sarebbe semplice e allo stesso tempo agghiacciante. Si è scoperto, infatti, che sarebbero stati alterati i dati inviati all’ISS per non far scattare la zona rossa in Sicilia. L’indagine è nata in seguito alla scoperta della falsificazione di ben 200 tampone in un laboratorio di Alcamo, in provincia di Trapani.

In quel frangente era stata comunicata alla Regione l’esito negativo dei tamponi, quando in realtà erano risultati tutti positivi. A quel punto la magistratura ha deciso di avviare ulteriori controlli anche alla Regione. Sono emerse a quel punto alcune intercettazioni dove è venuto fuori il tutto era figlio di un disegno politico per evitare la zona rossa.

Il gip ha precisato che dalla questione ne è estraneo il presidente Musumeci, che in realtà sarebbe anche lui vittima dell’intera questione. Le persone fermate dagli inquirenti al momento sarebbero agli arresti domiciliari. Al momento sarebbero emersi 40 episodi di falsificazioni dal novembre 2020 al marzo di quest’anno. Il tutto per evitare restrizioni da parte del Governo centrale.

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