Diffamata sul web, si suicida: assolti tutti gli imputati

Michela Deriu si è tolta la vita a soli 22 anni dopo che alcuni suoi video sono girati in rete in modo non autorizzato.

Amara notizia a Porto Torres, dove si è chiuso, almeno per quanto riguarda il procedimento penale nei confronti di due imputati di 26 e 31 anni, accusati di aver contribuito al suicidio della barista Michela Deriu di soli 22, pubblicando suoi video online senza il consenso della ragazza.

Michela si è uccisa il 4 novembre 2017 a casa di un’amica, trovando dei video dove aveva dei rapporti sessuali online, caricati da questi individui. Secondo il giudice i fatti non sarebbero ricollegati tra l’uscita dei video e la morte della ragazza, dunque la colpa non sussiste.

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Diffamata sul web, si suicida: gli imputati avevano caricato sul web video di suoi rapporti sessuali

Secondo gli avvocati stessi, il suicidio di Michela non sarebbe in alcun modo ricollegabile con ciò che hanno fatto i loro clienti.

Anche se era stato ribadito che la reputazione di Michela era totalmente stata rovinata dopo che i video erano finiti online e che la ragazza era rimasta sconvolta di questo.

Il revenge porn con la tecnologia avanzata ed i social sta diventando un’arma sempre più pericolosa in mano ai ragazzi ed alle nuove generazioni, i quali non consapevoli dei danni che possono creare agli altri, postano online anche materiale privato.

I genitori hanno anche ritirato la denuncia per diffamazione aggravata, sconcertati e distrutti dagli anni di processo per la morte della figlia, per la quale hanno pianto molto.

La legge in materia di tutela delle vittime di violenza domestica introduce il reato di “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” (revenge porn).

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