Paragone vs Patuanelli: Pmi ai gestori energetici, il cittadino resta nudo

Paragone dimentica le sue origini politiche e attacca l’ex compagno di partito Patuanelli.

Nel mirino del leader di Italexit, la realtà politica fondata dal giornalista-senatore espulso dal Movimento Cinque Stelle, il mercato dell’energia.

Paragone ha parlato sulle colonne del Tempo, il giornale diretto da Franco Bechis. E’ da lì che ha attaccato il suo ec partito, ed il suo ex amico Patuanelli additandolo come membro del governo delle fregature.

Questa volta per mano dei suoi stessi ex colleghi. Per la precisione il fu grillino punta il dito contro Stefano Patuanelli. “Il ministro – verga sulle colonne del Tempo – è protagonista di un altro rinnegamento pentastellato, quello riguardante il mercato dell’energia”. Nel dettaglio il ministro dello Sviluppo economico “ha regalato tutta la platea delle pmi ai gestori energetici, Enel Edison ed Hera in testa; un bel regalino che ai piccoli imprenditori costerà un aumento delle bollette nella voci degli oneri di sistema”.

Paragone però non si ferma e continua con le accuse. “Ma possiamo ricordare le condone delle banche rispetto ai suoi servizi, carte elettroniche in testa; le condotte di Enel (multate dall’Antitrust) per convincere in strani modi le famiglie a passare dal mercato tutelato a quello libero al fine di guadagnarci di più”. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E, di fronte a tutto questo – è l’amara conclusione di Paragone – “il cittadino resta nudo”.

Paragone vs Patuanelli: Pmi ai gestori energetici, il cittadino resta nudo. Negli scorsi giorni la ricostruzione dei movimenti del paese

Negli scorsi giorni Paragone avrebbe svelato quelle che sarebbero state le mosse dell’esecutivo da qui a poche settimane. Una trattativa sottotraccia, che apre a nuovi scenari di governo. Il retroscena arriva dal sito ilparagone.it in cui l’ex pentastellato rivela la “trattativa vibrante tra gli esponenti giallorossi, con Matteo Renzi nel doppio ruolo di attore protagonista e mina vagante pronta a esplodere”. La bomba è pronta a deflagare, Italia Viva ha dato l’ultimatum al premier: “entro il 7 gennaio può arrivare l’ok a un eventuale Conte-ter se Palazzo Chigi prenderà un’iniziativa, altrimenti i ministri legati al Rottamatore presenteranno le proprie dimissioni aprendo così una crisi dal finale tutto da scrivere. E così, nell’ombra, sono iniziati i confronti per scongiurare il peggio, costi quel che costi”.

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