La Ministra Azzolina è irremovibile sul rientro a scuola. Non si può continuare con la Dad, “Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc, ndr) ha detto chiaramente che le riaperture non hanno innescato la seconda ondata”
La Ministra Lucia Azzolina è irremovibile, a scuola si tornerà il prossimo 7 gennaio. ”Posso confermare la volontà del governo di riaprire. Avremmo voluto farlo a dicembre, ma abbiamo rimandato su richiesta delle Regioni: ora è arrivato il tempo di tornare in classe”. Dunque a nulla servirà l’intervento del Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che questa mattina ha chiesto un nuovo incontro per approfondire l’argomento. Secondo il Presidente dell’Emilia Romagna dovrebbe essere l’ente sanitario autorizzare il rientro in aula.
“La scuola è un servizio pubblico essenziale, non si può continuare a sacrificare i ragazzi né pensare che la didattica a distanza possa sostituire quella in presenza”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un’intervista al ‘Fatto Quotidiano’.
Di fronte alla risalita dei contagi, la ministra assicura che si continuerà a seguire la linea della prudenza ma ”è chiaro però che se in questo momento sale la curva dei contagi non può essere colpa delle scuole superiori, visto che sono chiuse da due mesi”.
Quanto ai sacrifici, per Azzolina ”la scuola ha fatto la sua parte. Se dovessero servire nuove misure di contenimento, ora bisognerebbe cercarle in altri settori”.
Quanto al dibattito sulla circolazione del virus tra gli studenti, per Azzolina ”gli studi sui contagi nelle scuole ci sono, ma escludono che siano determinanti. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc, ndr) ha detto chiaramente che le riaperture non hanno innescato la seconda ondata”.
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Il problema della riapertura delle scuole è stato al centro dell’incontro tra governo e presidenti di Regione per lo studio di un provvedimento ponte tra il 7 e il 15 gennaio. Tra le ipotesi al vaglio, dato l’andamento dei numeri della pandemia, ci sarebbe la possibilità per le regioni che il 7 gennaio avranno il colore giallo di riaprire le loro scuole superiori in presenza al 50 per cento. Le regioni in arancione, no. Le Regioni che resterebbero fuori, sarebbero: Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, l’Emilia Romagna, le Marche e la Calabria. A queste si aggiungono anche Campania e Puglia che hanno già intenzione di posticipare l’apertura emanando un proprio calendario regionale. Mentre l’Emilia Romagna, sebbene regione a rischio, si dice pronta a far ripartire gli studenti in presenza già dal 7.
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