In carcere arrivano le merendine: pioggia di chiamate e messaggi (VIDEO)

Un blitz ha fatto emergere una realtà nel carcere pugliese molto più originale di quanto si potesse pensare. Da una semplice merendina.

Merendina cellulare
Cellulare merendina (Facebook)

Il classico blitz in carcere che sconvolge i piani dei detenuti più originali, più furbi, più dediti a particolari traffici. Siamo a Foggia, Carcere di San Severo, la scoperta fatta dalle forze dell’ordine è davvero stupefacente. La droga non c’entra, anzi, qui c’entra ben altro. Le merendine, tanto per cominciare, quelle della prima colazione o della merenda insomma. Qui si era creato un vero e proprio traffico di merendine. Si perchè queste merendine, all’interno nascondevano una interessantissima sorpresa per i detenuti più interessati.

Microcellulari. Piccolissimi telefoni infilati con tutta l’astuzia del mondo all’interno delle merendine, occultati talmente bene che quasi non si notava l’apertura necessaria all’operazione sulla merendina stessa. Un vero e proprio traffico di microtelefonini che ha sorpreso addirittura le forze dell’ordine, che probabilmente nemmeno si aspettavano di trovarsi di fronte ad un simile escamotage, per far entrare in carcere telefoni cellulari.

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In carcere arrivano le merendine: “Fondamentale il lavoro della polizia penitenziaria”

Gennaro Ricci, segretario regionale per la Puglia del sindacato Cgil di polizia penitenziaria, in merito alla vicenda, ha dichiarato: “La polizia penitenziaria in servizio presso la casa circondariale di San Severo, coordinata dal comandante Giacomo Prudentino, con spiccata professionalità e scaltrezza, è riuscita a rinvenire ed a sequestrare tre micro-telefonini, un caricabatterie rudimentale e a denunciare un detenuto di origini baresi”.

 

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“Non è la prima volta – prosegue Ricci – che apparecchi vengono recuperati nelle struttura di San Severo, solo lo scorso 29 novembre gli agenti hanno rinvenuto un pacco nell’intercinta dell’istituto con all’interno 9 telefoni cellulari. Questo fa comprendere – continua Ricci – come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della polizia penitenziaria diviene fondamentale. Un plauso va al direttore, al comandante di reparto e a tutto il personale della polizia penitenziaria per la brillante operazione”

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