Bollettino 20 novembre: Calma piatta, le regioni non scoloriscono

Le regioni restano dove sono, l’intervento del ministro Speranza non da vita a nuove restrizioni nel paese.

Foto Claudio Furlan – LaPresse

La situazione nel paese resta praticamente  la stessa. Nessun movimento tra regioni, nessuna nuova zona rossa, a dispetto di quanto annunciato e nessun momentaneo declassamento, che in questo caso vuol dire miglioramento in una zona dal colore meno acceso, se cosi si può dire. Puglia e Sicilia che pensavano di andare in zona rossa, cosi come probabilmente la Basilicata, restano dove sono, cosi come Piemonte e Lombardia, che avevano sperato, in base a considerazioni del tutto territoriali, di passare in zona arancione, restano invece in rossa.

I numeri dicono quello che dicevano di fatto nei giorni scorsi, in alcuni territori sembra attenuarsi il processo del contagio, mentre in altri si continua come prima, forse anche  più di prima. Al momento sembra sia tutto sotto controllo, considerando l’intervento del Governo arrivato questa mattina, con l’ordinanza, cosi come annunciato, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Si attendono, in ogni caso ulteriori conferme.

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Coronavirus bollettino del 20 novembre: tutti i dati dei contagi

I nuovi positivi sono 37.242, i morti sono 699 con l’attivazione inoltre di ulteriori 36 terapie intensive

E intanto sul fronte vaccino un’altra guerra sta per scatenarsi

Nel frattempo si scalda anche il fronte vaccino, con le presunte date di commercializzazione vera e propria che si alternano ormai da giorni sui media. C’è chi parla di inizio anno e chi di primavera inoltrata, i famosi primi sei mesi dell’anno insomma. E parte la guerra poi al migliore, a colpi di percentuali e valutazioni del caso. Nel frattempo alcuni sondaggi dicono che gli italiani, almeno la maggioranza di essi, non ha alcuna intenzione di vaccinarsi.

Il motivo è per lo più incomprensibile, ma sta di fatto che nel paese in molti casi regna la sfiducia, in quelle che sono le misure di prevenzione, di restrizione delle libertà, diciamo cosi, ed anche un po’ nell’azione vera e propria del Governo, situazione questa, ampiamente preventivata.

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