Revenge porn a Torino, maestra d’asilo spedisce video e foto hard: licenziata

Una giovane maestra d’asilo si fida del suo fidanzato, spedisce video e foto hard e poi finisce in un mare di guai.

Fidarsi è bene ma, in questo caso, non fidarsi è molto meglio. Innamorarsi a poco più di 18 anni, credere ciecamente in chi ci sta vicino fino a spedire foto e video molto intimi, potrebbero essere di normale routine. Certo, fino a che le cose vanno bene. Ma se poi ci scappa il litigio e la coppia scoppia, in agguato c’è il Revenge porn. La vendetta di un fidanzato deluso ha messo nei guai se stesso e la maestra d’asilo che frequentava.

La ragazza era impiegata in un asilo nido di un comune del torinese. Conosce un calciatore dilettante e con lui inizia una storia. Intensa ma breve e nel poco tempo che sono stati insieme, lei manda a lu un video hot e 18 foto. Il ‘grande innamorato’ pensa bene di condividere i momenti intimi della ragazza postando tutto su Whatsapp in modo che venga condiviso con gli amici.

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Maestra d’asilo spedisce video e foto hard al fidanzato: licenziata, ora è parte civile nel processo

Il viso della maestra è perfettamente riconoscibile e iniziano i problemi. La moglie di uno di questi amici si accorge che quella in foto è l’insegnante di suo figlio e inoltra tutto il materiale ad altre tre mamme. La vittima ha denunciato tutto e tutti e la mamma in questione ha avvertito la dirigente dell’asilo che l’ha licenziata e umiliata: ha spiegato per filo e per segno le reali motivazioni per cui aveva licenziato la giovane.

La direttrice dell’asilo, però, ora è sotto processo per diffamazione e all’ex fidanzato della vittima è andata peggio, un risarcimento sociale al quale le persone per cui è prevista una pena sotto i 4 anni chiedono di accedere per evitare la condanna. Ma il giudice non era d’accordo e ha chiesto per l’uomo un periodo di lavori socialmente utili che durerà un anno. Svolgerà otto ore di servizio a settimana senza poter disporre di sospensioni nei periodi festivi. La maestra vittima ha anche chiesto un risarcimento milionario.

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