La Cassazione viene incontro ai mariti divorziati ed evita, secondo un’avvocato civilista, i trucchetti di tante mogli.
Una sentenza della Cassazione fa tremare tutte quelle mogli o tutti quei mariti separati o divorziati che ottengono mensilmente l’assegno di mantenimento. In sostanza: nulla è dovuto all’ex consorte se questi vive una relazione sentimentale stabile con un’altra persona.
La sentenza del 16 ottobre che ribalta il giudizio della Corte d’Appello di Reggio Calabria, mette nero su bianco le ultime disposizioni di legge in materia di divorzio. Anche quando i due nuovi conviventi hanno residenze diverse la relazione è da considerarsi stabile e duratura. Se non vivono insieme ma sono una coppia sono considerati amori e relazioni comunque.
Come scrive il Messaggero, la Corte d’ appello di Reggio Calabria aveva disposto per un uomo l’obbligo di corrispondere alla ex 400 euro al mese e aveva respinto l’appello nel quale lui ne chiedeva la revoca. La richiesta alla Cassazione era di annullare la sentenza in questione, mentre quella della ex moglie era di ottenere 700 euro mensili: la donna sosteneva di non avere nessun reddito e che la relazione stabile e continua con un altro uomo non era mai stata dimostrata.
Per la Corte d’Appello si trattava di una relazione “non sufficiente per ipotizzare la creazione di quella nuova famiglia di fatto”, ma la Cassazione ha detto tutt’altro: si tratta di un rapporto stabile e consolidato. Circostanza che ha portato all’ annullamento della decisione di secondo grado.
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La Cassazione ribalta la decisione della Corte d’Appello in merito ad un caso di mantenimento. “Spesso i coniugi divorziati escogitano trucchetti per non perdere l’assegno”. A dirlo l’ avvocato Daniela Missaglia, divorzista e matrimonialista, che spiega al Messaggero come molto spesso “i coniugi separati o divorziati, destinatari di assegni di mantenimento mensili, escogitano trucchetti per non perderli. Spesso vengono nascoste anche le convivenze di fatto, strutturando un sistema di pernotti random, distribuiti in modo da evitare quella continuità che potrebbe convincere un giudice a riconoscere, appunto, una convivenza o una relazione stabile: i compagni vengono ospitati per qualche giorno, a giorni alterni, nei week end, e il dato della residenza non viene mai modificato”.
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