Coronavirus, la scoperta che ci salva: alcuni anticorpi lo possono distruggere

La scoperta, fatta da un gruppo di professionisti di fama mondiale tra i quali Massimo Galli, potrebbe rimettere in discussione ogni cosa.

Ricercatori
Ricercatori Covid (Facebook)

La scoperta è di quelle che potrebbero cambiare il corso della storia. Il profilo della malattia, del virus assolutamente mutato da una serie di esperimenti che hanno portato ad una sconvolgente possibilità. Due anticorpi, che combinati insieme, chiudono l’ingresso del virus SarsCovis2, nelle cellule. L’esperimento ha funzionato sui topi e adesso si attende che il processo vada avanti. Alla base di tutto, un mix vincente di anticorpi.

Il gruppo che ha sperimentato la cosa ha una identità assolutamente internazionale. Guidato dall’Università americana di Washington, vede tra i suoi componenti anche il Prof. Massimo Galli, al centro della cronaca nel periodo di maggiore diffusione del virus in Italia. Oltre a lui, tra gli italiani, alcuni specialisti dell‘Ospedale Sacco di Milano, Arianna Gabrielli e Agostino Riva.

Coronavirus, la scoperta, il parere di Galli

Galli
Galli (Facebook)

La scoperta potrebbe dare il via ad una serie di terapie basate proprio sul mix di anticorpi, cosi come già sperimentato sui ratti. Un percorso che potrebbe realmente rivoluzionare l’approccio scientifico al virus. Ne è convinto il Prof. Massimo Galli, secondo il quale l’utilizzo degli anticorpi, isolati dai ricercatori da circa 12 pazienti guariti dal virus, potrebbe impedire realmente al virus stesso di attaccarsi alla cellula ospite. Inoltre, si arriverebbe al blocco della proteina che il virus sfrutta per l’ingresso nella cellula stessa.

Il risultato, appare in ogni sua interpretazione, assolutamente straordinario. Da un lato la cooperazione, a livello internazionale che ha portato quindi ad un lavoro scientificamente valido. Dall’altro la consapevolezza che contro questo virus, nonostante tutto, si può davvero qualcosa. Ciò che è stato fatto finora è soltanto l’inizio di un cammino scientifico che impiegherà di certo del tempo per concludersi positivamente. Le risposte però ci sono, iniziano ad arrivare, e questo non può far altro che ben sperare.

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