Rebibbia, attacco ai fratelli Bianchi: costretti a isolamento con i pedofili

I detenuti di Rebibbia attaccano i fratelli Bianchi: non li vogliono nelle sezioni comuni. Costretti all’isolamento con pedofili e stupratori.

I detenuti di Rebibbia non vogliono i fratelli Bianchi nelle sezioni ‘comuni’ e gridano a gran voce il loro disappunto di potersi trovare a fianco di due ragazzi, tre con Pincarelli, che si sono macchiati di un reato che nelle leggi non scritte del carcere, vengono definiti ‘infami’. Sono i reati di pedofilia, stupro, violenza su donne, bambini e genitori. E nel calderone degli ‘indesiderati’ ci sono anche le forze dell’ordine arrestate e le spie, i pentiti.

I fratelli Bianchi, presunti assassini di Willy Monteiro, da quando sono a Rebibbia, hanno già picchiato un ragazzo marocchino, l’episodio è riportato da Il Messaggero e ci sarebbe una denuncia da parte della sorella della vittima. I due si trovavano come ogni recluso appena entrato nel padiglione Covid per la quarantena. Ma quando si è trattato di spostarli, dal momento che il Dap non prevede i loro reati come ‘infami’, è sorto il problema.

I detenuti comuni non li vogliono e si parla già di messaggi che sono girati tra le celle per preparare un’accoglienza ‘degna’ ai Bianchi. Ma una soluzione si è trovata: i tre finiranno al G9 primo piano, nel ‘girone’ dei reati ‘indesiderati’. Insieme ai pedofili e agli stupratori.

Rebibbia, attacco ai fratelli Bianchi: lo avevamo anticipato, finiranno al G9 primo piano, con pedofili e stupratori

Quando gli stessi fratelli Bianchi avevano chiesto l’isolamento per paura di ritorsioni da parte degli altri detenuti, lo avevamo anticipato: sarebbero stati mandati al reparto G9 primo piano, sezione riservata a chi ha commesso reati definiti infamanti. 

E così è stato. Il carcere di Rebibbia non vuole problemi e ha deciso di spostare tutti e tre gli imputati dell’omicidio di Willy, nello stesso reparto: insieme a stupratori e pedofili. Da quel reparto nessuno può incontrare altri detenuti, i colloqui familiari e quelli con gli avvocati avvengono in orari e luoghi diversi rispetto a tutti gli altri: non c’è nessuna possibilità di incontro.

«I due sono stati trasferiti nel G9 sotto stretta sorveglianza», ha confermato il garante per i detenuti del Lazio Stefano Anastasia.

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