Maestra d’asilo con camice e visiera: “Verremo così”, piovono le critiche

Un post Facebook che fa discutere e fa anche arrabbiare qualche genitore. La maestra d’asilo critica le istituzioni a pochi giorni dal rientro

Un post Facebook ha destato tanta rabbia tra i genitori dei ragazzi che torneranno a breve a riempire le scuole in tutta Italia. La maestra d’asilo, afferma che lei e le sue colleghe si presenteranno a scuola con camice e visiera, mentre lei in foto appare copertissima: camice lungo di plastica, probabilmente guanti e visiera.

Colleghi e genitori le danno ragione, mentre lei ci va giù duro criticando l’organizzazione per i rientri delle scuole, ma c’è chi risponde: “Assurdo! Mio figlio scappa dopo 2 minuti“.

Milano, la maestra: “Mai visto un’organizzazione così bassa”

Tra le sue ragioni, e quelle di chi la ritiene esagerata, un post che ha fatto tantissimo discutere. Una maestra d’asilo nel milanese, spiega che lei e le sue colleghe andranno al lavoro coperte dalla testa in giù, per non rischiare eventuali contagi, ma non per loro scelta.

Pochi giorni fa questa insegnante, ha postato la sua foto con un camice di plastica, di quelli che indossano appunto, per le norme anti-Covid, gli infermieri. Queste, le parole che accompagnano lo scatto: “Noi educatrici ci presenteremo così a bambini di due anni che non ci vedono da 6 mesi…con camici in plastica. Neanche gli infermieri sono così”. L’insegnante fa capire che non ci sta e che a dei bimbi molto piccoli, forse non sarebbe indicato presentare insegnanti vestiti in quel modo, pur di accelerare la ripresa.

“Vergognoso…una organizzazione così bassa non l’ho mai vissuta in 22 anni di servizio”, conclude la docente nel suo post di critica. Ma intanto, per ora, sembra proprio che le cose devano andare così. I bambini, torneranno a scuola ed incontreranno delle maestre copertissime, della quale sarà possibile vedere solo gli occhi. E se qualcuno critica le istituzioni, per altri la colpa ricade sui sindacati degli insegnanti: “Se non avessero fatto casino non sareste messe così, manco vi toccasse lavorare in un laboratorio di armi chimiche”.

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