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Scuola, le linee guida ufficiali: cosa succede in caso di ‘colpo di tosse’

Sono state diramate le linee guida ufficiali per la riapertura delle scuole che dovrebbe avvenire il 14 settembre. Tutte le novità.

school: sneezing In class getty images

Pronte le linee guida ufficiali per una sicura riapertura della scuola prevista per il 14 settembre. Una riapertura che è ancora messa in dubbio da qualche esperto dal momento che i contagi di coronavirus continuano ad aumentare.

Le raccomandazioni sono contenute nel rapporto ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-Cov-2 nelle scuole’ redatto da Iss, ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto, Regione Emilia-Romagna. Il documento contiene i comportamenti da seguire, con tutte le precauzioni da adottare, se vengono riscontrati casi sospetti o positivi.

La prima importante novità è la presenza di un referente scolastico formato per gestire l’emergenza Covid. Sarà il tramite tra l’istituto, i genitori e le Asl.  Le scuole dovranno tenere il registro degli eventuali contatti avuti tra gli alunni e con il personale di classi diverse da quelle di appartenenza.

Si richiede, poi, la collaborazione dei genitori per misurare la temperatura ai bambini tutti i giorni prima di andare a scuola. Devono, inoltre, segnalare le assenze per motivi di salute riconducibili al Covid. In caso di sospetti verrebbero attivati il referente scolastico, i genitori, il pediatria o il medico di medicina generale, oltre ai dipartimenti di Prevenzione.

Scuola, le linee guida ufficiali: cosa succede in caso di ‘colpo di tosse’

arcuri, azzolina, conte, foto facebook

Se un alunno presenta i sintomi a scuola, dunque il famoso ‘colpo di tosse’, secondo le raccomandazioni va isolato in un’area apposita, con l’assistenza di un adulto che indossa la mascherina. I genitori devono essere subito allertati.

Una volta riportato a casa il bambino, i genitori contattano il pediatria o il medico, che decide se sottoporre il bimbo al tampone. Se il test è positivo si parte quindi con il tracciamento e l’individuazione dei contatti stretti.

In seguito si valuteranno le misure da intraprendere per ognuno, tra cui, se necessario, anche la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che hanno avuto contatti.

Le scuole devono effettuare la sanificazione straordinaria in caso di alunno positivo. Nel documento si specifica che “un singolo caso confermato non dovrebbe determinarne la chiusura, soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata”. In caso di sospetto ma di successivo tampone negativo, invece, il paziente deve ripetere il test a distanza di 2-3 giorni, restando a casa fino all’esito negativo del secondo test e comunque fino al passare dei sintomi.

Infine, le scuole avranno anche un altro compito, quello di monitorare le assenze degli alunni. Nel caso in cui ci siano molti alunni mancanti si potrebbe pensare che la causa sia legata alla diffusione del virus.

Si dovrebbe, quindi, valutare se far partire un’indagine epidemiologica da parte del dipartimento di prevenzione. Secondo quanto emerge dal documento, invece, è difficile stimare quanto possa incidere la riapertura della scuola sulla ripresa della circolazione del virus in Italia.

Gli esperti scrivono: “In primo luogo non è nota la trasmissibilità nelle scuole. Più in generale, non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici, trasmettano il virus rispetto agli adulti, anche se la carica virale di sintomatici e asintomatici, e quindi il potenziale di trasmissione, non è statisticamente differente. Non è inoltre predicibile il livello di trasmissione (Rt) al momento della riapertura delle scuole”.

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Rinaldo Ricci
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Rinaldo Ricci

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