Una dichiarazione che scatenerà mille polemiche tra il governo di Roma e le Regioni. Conte non avrebbe mai autorizzato la riapertura delle discoteche.
Come se non bastassero le polemiche scoppiate all’indomani della decisione del governo di chiudere nuovamente le discoteche – almeno fino al 7 settembre – oggi il premier Conte fa una dichiarazione forte che di fatto scarica sulle Regioni la responsabilità di avere riaperto.
«Il governo non ha mai autorizzato l’apertura delle discoteche». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista al Fatto quotidiano. «Abbiamo sempre ritenuto impensabile – ha sostenuto – che in una discoteca si possano mantenere distanze e indossare le mascherine. È chiaro che sono luoghi privilegiati di diffusione del contagio. Alcune Regioni, tuttavia, hanno voluto adottare protocolli sanitari ritenendoli compatibili con la riapertura delle discoteche».
«Abbiamo lasciato fare – ha spiegato Conte – per alcuni giorni, ma quando abbiamo constatato che la curva epidemiologica rischiava di risalire siamo intervenuti e in Conferenza delle Regioni abbiamo, ancora una volta, dato tutti prova di grande collaborazione, convincendo anche i presidenti regionali più riluttanti a disporre la chiusura. Con l’occasione, abbiamo garantito un intervento di sostegno finanziario per tutti gli operatori del settore», ha rivendicato ancora il premier.
Sull’argomento era intervenuto anche il dj Linus, direttore di Radiodeejay: “E così, da oggi, quando peraltro non conta quasi più niente, le discoteche torneranno a restare chiuse. Ho dovuto mordermi la lingua in queste settimane per evitare di infilarmi in polemiche di cui proprio faccio volentieri a meno, ma adesso che è stata presa la decisione posso chiedermi… ma quale imbecille di politico, governatore, sindaco o questore poteva pensare che si potessero aprire e non avere assembramenti?!?”, ha scritto il dj.
E ancora: “I gestori delle discoteche non sono esattamente una categoria al di sopra di ogni sospetto, ma come puoi pensare che la gente in un locale non faccia quello per cui c’è andata, cioè stare insieme? Perché le avete fatte aprire, eravate ubriachi o interessati?”.
Non ci sarà alcuna riapertura delle discoteche al momento. Il Tar ha infatti detto “no” alla sospensione cautelare urgente dell’ordinanza con la quale il 16 agosto il ministro della Salute ha chiuso i locali da ballo e introdotto l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici.
Lo ha deciso il presidente della terza sezione quater del Tar del Lazio, respingendo una richiesta di sospensione cautelare urgente proposta dall’associazione sindacale Silb-Fipe.
L’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso è stata fissata al 9 settembre.
Nelle motivazioni del Tar si legge che “nel bilanciamento degli interessi proprio della presente fase del giudizio, la posizione di parte ricorrente risulta recessiva rispetto all’ interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto” e “tale interesse costituisce l’oggetto primario delle valutazioni dell’Amministrazione”.
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