“non c’è più Dio mio!” L’urlo del padre: il bimbo schiacciato dal cancello

Il piccolo T. non ce l’ha fatta. Era rimasto schiacciato dal grosso cancello di casa sua e a nulla sono valsi i soccorsi e l’operazione alla testa.

 

Un bambino gioioso, vivace ma attento a ciò che faceva. Solo un terribile destino poteva portarlo via all’amore della famiglia. T.T. muore a 4 anni schiacciato dal cancello di casa.

Quarantasei ore. Di agonia per T., e di speranza per papà Gianni e mamma Valentina. Le condizioni del piccolo erano state giudicate disperate fin da subito, ma i medici del Ca’ Foncello per due giorni hanno tentato l’impossibile per salvarlo.

Purtroppo non è bastato. Alle 19 di venerdì, dopo le ore indispensabili per gli accertamenti sulla morte cerebrale, è arrivato il tremendo verdetto.

L’Usl 2 di Treviso, ieri alle 19, ha concluso la procedura di accertamento del decesso. Sottoposto d’urgenza a un delicato intervento di neurochirurgia alla testa, il piccolo non è riuscito a superare le gravissime ferite subite.

Il drammatico incidente è avvenuto la sera prima, intorno alle 20: la tragedia ha colpito la famiglia di uno dei più noti acconciatori del paese. Padre e madre si trovavano nel giardino della loro villetta, che si trova nelle vicinanze dello storico parco di villa de Reali.

Con loro i due figli piccoli, il minore di appena due anni e il più grande, di quattro, che giocava in cortile, riparato dalla strada grazie al grande cancello scorrevole che cinge il giardino di casa.

T. era vicino a quel cancello quando, in un attimo, è piombato a terra. Un cedimento, partito dalla base, che ha fatto precipitare la struttura proprio addosso allo sfortunato bambino.

Il tonfo profondo ha richiamato l’attenzione dei genitori. Immediato il terrore realizzando che lì sotto c’era il loro piccolo intrappolato. Si sono precipitati a tirarlo fuori e hanno chiamato la centrale del 118 chiedendo, disperati, l’arrivo urgente di un’ambulanza.

“non c’è più Dio mio!” La disperazione del padre

 

«T. non c’è più. Dio mio». Il grido di un padre distrutto dal dolore. Poi il grande atto d’amore. Papà Gianni e mamma Valentina scelgono di donare gli organi del loro bimbo: «Dentro di noi sapevamo che il suo destino era segnato. Ma un conto è sapere, un conto è rassegnarsi. Ed è umano sperare l’insperabile. Anche se i medici ci avevano già spiegato tutto».

Gianni e Valentina ora chiedono solo silenzio. Hanno cercato di chiamare a raccolta tutte le forze per vivere questa straziante attesa. Ora si chiedono come potranno andare avanti. Ma la forza dovranno trovarla per il loro secondogenito R., l’unico a cui riescono a regalare ancora un sorriso.

«Era abituato a chiudere le porte, ha forse toccato il cancello nel tentativo di chiuderlo. Una delle due ante è uscita dalla guida, non era fermata, non capiamo come sia stato possibile -spiega il padre.

Tommaso era nato nel maggio del 2016 da papà Gianni Tiveron e mamma Valentina Pietrobon. Lui è il titolare del noto salone di acconciatura Cut di via Aldo Moro, che fu di nonna Daniela Bettiol.

La madre lavora invece nell’azienda di famiglia, la TrevisoStampa di Villorba. Hanno sempre vissuto a Dosson. Poi il progetto della nuova casa in via IV Novembre, dove i lavori erano ripresi dopo il lockdown, diventato palcoscenico della tragedia.

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