Manifestazione in piazza San Giovanni a Roma per gli immigrati capeggiati dall’uomo che si incatenò di fronte Palazzo Chigi. Aboubakar Soumahoro chiede a Conte di “uscire dal Palazzo”.
Sabato a Roma non c’era solo il centrodestra a manifestare. C’erano anche quelli che vengono definiti – e si autodefiniscono – ‘invisibili’. Un popolo di immigrati che chiede a gran voce che gli vengano riconosciuti i diritti di ogni essere umano.
“Conte, esci dal Palazzo e vieni in piazza ad ascoltare i problemi della società reale per dare risposte concrete”. È l’appello al presidente del Consiglio di Aboubakar Soumahoro, attivista sociale e sindacale italo-ivoriano, alla manifestazione degli “Stati popolari” in piazza San Giovanni a Roma.
E’ stato “Un appuntamento senza vessilli di partito, l’unica bandiera sono i sentimenti, le sofferenze, i bisogni materiali e immateriali di tutti gli invisibili”.
Alla manifestazione, insieme con braccianti, precari, lavoratori della scuola e rider, c’erano anche la vice presidente dell’Emilia Romagna Elly Schlein e, per il Partito democratico, la presidente Valentina Cuppi e Gianni Cuperlo: “Esiste un mondo di lavoratori invisibili, di sfruttati a cui vogliamo dare voce e diritti – hanno detto gli esponenti Pd.
“Con questo governo sono stati fatti passi in avanti e altri vogliamo compierne, per questo oggi parteciperemo alla manifestazione a Roma in difesa di tutti quei braccianti e lavoratori precari, senza tutele e diritti.
“Siamo qui per rispondere, all’invito di Aboubakar Soumahoro, e dei tanti che non hanno strumenti per vedere riconosciuti i propri diritti”.
Non fanno mancare il loro sostegno le Sardine che hanno scritto sull’asfalto “Non siamo invisibili!”.
Le parole del leader sindacale Aboubakar Soumahoro: “la politica finora è rimasta sorda alle richieste di una fetta del Paese, quel mezzo milione di nuovi poveri generati dalla pandemia: giovani, donne, immigrati, precari, freelance, lavoratori del cinema, della musica”.
Per questo oggi in piazza c’è “chi ha fame di diritti e sete di dignità nel nome degli articoli 1 e 3 della Costituzione”. Il primo che fonda la Repubblica sul lavoro, l’altro che fissa il principio di uguaglianza fra i cittadini, purtroppo disatteso perché il Covid ha acuito le disuguaglianze sociali.
Gli Stati popolari si sono riuniti all’indomani della manifestazione del centrodestra: “La nostra non è la piazza della contrapposizione e della protesta ma della condivisione e della proposta”, chiarisce ancora Soumahoro.
Che poi accenna ai decreti sicurezza: “È ancora tutto fermo al parcheggio”. E definisce un “fallimento” la sanatoria per i braccianti agricoli: “Ciò che manca nelle campagne non sono le braccia ma i diritti dei braccianti”.
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