Insolita richiesta del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Un uomo sommerso da problemi e critiche che però ci tiene al selfie dei suoi dipendenti.
Altro che cassa integrazione e bonus: per il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, la priorità è un selfie dei suoi dipendenti…”con la mascherina”.
E’ tutto vero. Tridico, che ha molte gatte da pelare per come ha gestito l’emergenza coronavirus e il bisogno urgente di soldi di tutti quegli italiani messi in ginocchio dal lockdown, si rilassa e chiede, tramite un suo dirigente della comunicazione, un selfie spensierato.
A tutti i dipendenti dell‘Inps è arrivata in casella postale una missiva del 26 giugno firmata dal direttore centrale organizzazione e comunicazione, Rocco Laura, con una insolita richiesta: “Scattatevi un selfie”, ma indossando una mascherina”.
“L’iniziativa – ha spiegato il dirigente – ha l’obiettivo di rappresentare attraverso immagini, nella fattispecie selfie, il nostro lavoro quotidiano, grazie al quale, nonostante l’emergenza Covid, abbiamo continuato a garantire un servizio costante al Paese”.
“Con la partecipazione di tutti – continua Laura – vorremmo raccontare come sia stato possibile, grazie alla volontà e alla tecnologia, superare un periodo così difficile, e come l’emergenza ci abbia costretto a reagire con forza, senso del dovere e, a volte, anche con creatività”.
Il direttore del Tempo, Franco Bechis nel suo editoriale domenicale, critica aspramente l’iniziativa.
“L’Inps invece di lanciare una grande operazione di trasparenza e verità sui propri deficit operativi, fosse anche per segnalare con chiarezza le responsabilità di quel disastro che è stata la gestione della cassa integrazione, va a distrarre anche un solo dipendente per un’operazione di distrazione di massa con i selfie, è semplicemente disarmante”, scrive il giornalista.
Bechis, sui ritardi della cassa integrazione, vede un solo colpevole: “Sono convinto non sia colpa di quei lavoratori quello che non ha funzionato in questi mesi, ma di decreti e decretini fatti con i piedi da chi sta al governo.
Però quando il flop è sotto gli occhi di tutti, invece di celebrare perfino in questo modo urticante e scomposto il proprio eroismo, chi guidava l’Inps e vedeva arrancare i suoi in un lavoro maldestramente assegnato, doveva alzare pubblicamente la voce con il governo e la sua maggioranza chiedendo correzioni come non è stato fatto”, conclude Bechis.
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