Chi è la persona che Luca Sacchi e la sua fidanzata, Anastasiya Kylemnyk conoscevano. Da poco, ufficiale anche la sua condanna per droga
Giovanni Princi, è il protagonista della trattativa per lo scambio denaro-droga che vide protagonista Anastasiya Kylemnyk e che il 24 ottobre 2019, costò la vita del ventiquattrenne, Luca Sacchi.
Giovanni Princi era un amico di Luca Sacchi. Il giovane, fece da intermediario con la fidanzata ucraina di Luca, per la compravendita di marijuana che poi sfociò in una probabile rapina, da cui proprio Luca tentò di difendere la fidanzata, finendone vittima.
Durante le indagini, nuove possibilità sono emerse da uno scambio di Sms scoperto in un secondo momento, proprio tra Luca e la fidanzata, mentre nulla è emerso dai social dei protagonisti. Princi, durante i vari mesi ha rilasciato diverse dichiarazioni sui fatti, nulla invece è stato possibile trovare ad oggi, sui suoi dispositivi. Sembra tra l’altro, che Giovanni non avesse un profilo Facebook.
Il fatto, accadde in via Latina a Roma, della Capitale infatti, erano i vari protagonisti della vicenda. Anche lo stesso Giovanni Princi, che proprio dal gup di Roma è stato condannato oggi per detenzione di droga.
Durante le indagini, varie affermazioni pubbliche sono state fatte dal padre di Luca, Alfonso Sacchi, che affermò qualcosa di veramente pesante ai danni di Giovanni Princi, pochi mesi fa. Questa, la sua dichiarazione: “Mio cugino Massimo mi ha raccontato che quando ho dato la notizia della morte di Luca, Giovanni Princi ha detto: ‘Vabbè allora se è morto andiamo a farci una birra e un panino, che sto morendo di fame'”.
Della famiglia di Princi non si sa praticamente nulla, nessuno dei componenti ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma si conosce un dettaglio dove c’entra anche la fidanzata. Giovanni Princi, in compagnia della propria ragazza, avrebbe dopo la morte dell’amico, viaggiato verso Perugia, per cercare in Umbria un B&B da comprare, coi soldi fatti con lo spaccio.
Princi, che pur non premendo il grilletto partecipò comunque in prima persona alla morte dell’amico, ha subito un processo che lo ha portato alla condanna a 4 anni di reclusione. L’accusa è quella di non aver rispettato le leggi sulla droga ed inizialmente erano stati chiesti per lui, sei anni e quattro mesi. Per ora, il ventiquattrenne sconterà la sua condanna ai domiciliari.
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